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Ecco il testo dell’omelia del giorno di Pasqua (domenica 4 aprile 2010) del Patriarca di Venezia:

1. «Io sono Cristo che ho distrutto la morte, che ho vinto il nemico, che ho messo sotto i piedi l’inferno, che ho imbrigliato il forte e ho elevato l’uomo alle sublimità del cielo». Così un’antica Omelia sulla Pasqua. In due splendidi mosaici – l’uno qui nella nostra basilica e l’altro in quella ancora più antica di Torcello – noi possiamo contemplare la potente scena dell’Anastasis (Risurrezione). Il Risorto, con braccio vigoroso, libera Adamo e in lui tutti gli uomini, dalle catene della morte schiacciando sotto i piedi il diavolo che tenta invano di trattenere la sua vittima. Essa, però, gli sguscia via dalle mani per entrare nei cieli nuovi e nella terra nuova. Cristo è l’innegabile protagonista della scena.

VENEZIA – Giovedì 1 aprile in Basilica di San Marco il Patriarca ha presieduto la messa In Coena Domini. Qui il testo della sua omelia.

1. «Il suo corpo per noi immolato è nostro cibo e ci dà forza, il suo sangue per noi versato è la bevanda che ci redime da ogni colpa» (dal Prefazio). Questo è il sublime rovesciamento operato dalla nuova alleanza (1Cor 11,25): l’uomo è salvato non dal sacrificio che egli offre a Dio, in rendimento di grazie per il bene che da Lui ha ricevuto [«Che cosa renderò al Signore per tutti i benefici che mi ha fatto?» (Salmo responsoriale)], ma dal sacrificio di Dio stesso, nel Figlio, incarnatosi per noi.

S. Messa del Crisma

VENEZIA – In data 1 aprile, il giovedì santo, è iniziato con la solenne celebrazione della S. Messa “Chrismatis” presieduta dal Patrarca nella Basilica di San Marco a Venezia. La Santa Messa del Crisma ha visto la partecipazione dei sacerdoti della diocesi (i quali hanno rinnovato pubblicamente le promesse fatte nel giorno della loro ordinazione) e di numerosi fedeli. Durante la celebrazione gli olii santi (l’Olio dei Catecumeni, degli Infermi e del Sacro Crisma) sono stati benedetti.

Viene pubblicata, qui di seguito, l’omelia del Patriarca:

1. «A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen» (Seconda Lettura). Il versetto dell’Apocalisse ci aiuta a comprendere che l’azione eucaristica è un’eco fedele della liturgia celeste, in cui ogni istante è denso di adorazione e di lode alla Trinità. Una lode che nasce dalla gratitudine, piena di stupore, di fronte all’amore di Dio, il cui nome nella storia è Gesù Cristo. Questa, infatti, è l’origine permanente della nostra vita: il primato dell’amore. L’amore di Colui che ci ha liberati dai nostri peccati con il Suo sangue sempre ci precede: Deus prior dilexit nos. L’icastica formula di San Giovanni dice l’essenza stessa del cristianesimo. Tutto il resto consegue da qui.

VENEZIA – In data 28 marzo a Venezia il card. Angelo Scola ha presieduto la solenne processione, con benedizione delle Palme, che partita da Campo S. Maria Formosa si è poi diretta verso la basilica cattedrale di S. Marco dove ha avuto luogo la S. Messa.

Di seguito viene riproposta l’Omelia del Patriarca:

1. «Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada… tutta la folla dei discepoli… cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto» (Lc 19,36-37).

Carissimi, quella a cui stiamo partecipando non è una sacra rappresentazione – un gesto che noi compiamo per celebrare l’inizio dei grandi avvenimenti della settimana Santa -, ma un’azione liturgica, cioè anzitutto un gesto di Dio per noi e con noi. Il suo significato definitivo è indicato dall’Orazione che abbiamo recitato all’inizio della processione delle palme: «Dio onnipotente ed eterno, benedici questi rami, e concedi a noi tuoi fedeli, che accompagniamo esultanti il Cristo, nostro Re e Signore, di giungere con lui alla Gerusalemme del cielo».

Visita pastorale alla parrocchia di San Simeon

VENEZIA – Sabato 6 marzo nel contesto della Visita pastorale  e in particolare della sosta presso la parrocchia di S. Simeon Profeta, alle ore 17.30 nella chiesa di S. Simon Piccolo il Patriarca ha assistito pontificalmente alla S. Messa in rito romano antico, presieduta da don Konrad zu Loewenstein della Fraternità sacerdotale di S. Pietro. Qui è disponibile il testo dell’omelia del card. Scola.

SANTA MESSA VOTIVA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA CON COMMEMORAZIONE DELLE SANTE PERPETUA E FELICITA (Siracide 24,17-22; Gv 19,25-27) SECONDO IL RITO STRAORDINARIO IN OCCASIONE DELLA VISITA PASTORALE DI S. EM. REV.MA CARD. ANGELO SCOLA, PATRIARCA DI VENEZIA

1. «Io sono la madre del bell’amore» (Sir 24, 18). In questo modo l’Epistola ci dice che il cuore della Madre è il cuore umano che più partecipa della “perfezione” dell’amore del Figlio Crocifisso. Ne è documento lo Stabat mater cui fa riferimento il Santo Evangelo. Commenta il Proto-patriarca San Lorenzo Giustiniani: «Il cuore della Vergine fu lo specchio della passione di Cristo. Perciò tutti i colpi, tutte le ferite, tutti i dolori del figlio furono rappresentati, riprodotti, rivissuti nel cuore della madre» (De agone cristiano, e. II).

VENEZIA – Mercoledì 17 febbraio alle 18 il Patriarca ha presieduto nella Basilica di San Marco la celebrazione delle Ceneri che segna l’inizio del tempo di Quaresima.

Qui si riporta il testo della sua omelia (segue) e il video di alcuni passaggi:

1. «Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio» (2Cor 5,20). L’accorato invito che Paolo rivolge ai suoi figli, i cristiani di Corinto, fa eco a quello che Dio in prima persona rivolge al suo popolo e a cui il profeta Gioele presta la sua voce: «Ritornate a me con tutto il cuore» (Gl 2,12). È impossibile un ritorno se non c’è un’origine, Qualcuno che ci ha generati. La Quaresima pertanto indica l’urgenza di ristabilire un’appartenenza effettiva al Padre celeste. Egli ci ha indicato la via: non un’idea, ma l’adorabile Presenza del Suo Figlio incarnato.

httpvh://www.youtube.com/watch?v=oW5Yay60e0Q

Sabato 23 gennaio, nella cripta della Basilica di San Marco a Venezia, il Patriarca ha celebrato la messa in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.

A seguire il card. Angelo Scola e Mario Calabresi, direttore de La Stampa, hanno dialogato sui temi e le provocazioni offerte dalla realtà a chi fa il mestiere di giornalista. (Ecco alcune immagini del dialogo)

Qui si propone un estratto dell’omelia del Patriarca, presto sarà disponibile il video integrale del dialogo tra il Patriarca e Calabresi.

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Estratto dall’omelia

«“Come sono andate le cose? Su, dammi notizie!”. Rispose: “È successo che il popolo è fuggito nel corso della battaglia, molti del popolo sono caduti e sono morti; anche Saul e suo figlio Gionata sono morti”» (2Sam 1,3). Il messaggero che annunzia a Davide la morte di Saul crede di essere un messaggero di buone notizie. Non si trattava forse della morte del suo nemico e della possibilità di salire sul trono? Ma quell’uomo non conosceva colui a cui si stava rivolgendo. Nel cuore del “diletto” dell’Altissimo brillano la grazia, il disinteresse, l’amore per il suo popolo e il rispetto dell’ordine divino. Come potrebbe egli rallegrarsi quando Israele è vinto e il suo principe disonorato dinanzi ai nemici di Dio?

II DOMENICA TEMPO ORDINARIO: Is 62, 1-5; Sal 95; 1Cor 12,4-11; Gv 2, 1-11

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1. «Sì, come un giovane sposa una vergine,… come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te» (Is 62,5). Per descrivere la passione di Dio per il suo popolo il profeta non ha paura di usare il linguaggio dell’amore umano. Così, in modo del tutto provvidenziale, la liturgia di oggi si rivolge, carissimi, direttamente a voi, sposi, genitori e nonni cristiani. E dice il valore del bell’amore che, per il sacramento del matrimonio, vi costituisce in famiglie. Questo amore, come ci ha insegnato la Deus caritas est, esprime l’inscindibile unità di eros e di agape. Infatti manifesta il bisogno di ogni uomo e di ogni donna di essere amato (eros), che però può trovare compimento soltanto nel dono totale e gratuito di sé per il bene dell’altro in quanto altro (agape).