Sabato 13 febbraio il Patriarca ha celebrato la messa presso l’ospedale SS. Giovanni e Paolo di Venezia in occasione della Giornata mondiale del malato, alla presenza di malati, personale medico e sanitario, volontari ospedalieri e famigliari.
Tre i passi principali della sua omelia che qui si riportano in file audio:
Nella prima parte e nella seconda parte il Patriarca ha rilevato come la malattia sia in grado di farci aprire gli occhi sul senso della vita, degli affetti , del lavoro e come l’ospedale sia un luogo in cui l’uomo non può non interrogarsi sulla sostanza della sua vita, sul valore della sua persona. Fino ad arrivare a cogliere come il bene sia capace, in forza della croce di Cristo, di abbracciare il male:
Nella terza parte il Patriarca ha messo a fuoco come l’amore abbia bisogno anche di organizzazione, di coordinamento, che nel caso della Sanità si traduce nella necessità di vigilare su due punti irrinunciabili: la centralità della figura del paziente e della dignità inviolabile della vita che va dal suo concepimento fino al termine naturale, e – quando nasce un conflitto com’è inevitabile in ogni realtà complessa – il dialogo e la concertazione.
Venezia – ha rilevato il Patriarca – ha bisogno di continua concertazione, ha bisogno di un popolo vivo di uomini vivi: