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Sabato 31 ottobre presso la Basilica della Salute di Venezia il Patriarca ha presieduto il rito di istituzione dei lettori Davide e Morris e degli accoliti Lorenzo, Francesco e Mauro.

Qui sono disponibili alcuni estratti dell’omelia del Patriarca.

1. La risposta della Vergine all’annuncio dell’Angelo: «Ecco la serva del Signore» si potrebbe, con un linguaggio più vicino a noi, tradurre così: “Io sono tua, o Signore”. È la formula espressiva dell’amore, del dono incondizionato di sé al Padre che chiama. «Compresi – dice Santa Teresina – che la Chiesa ha un cuore bruciato dall’amore. Capii che solo l’amore spinge all’azione le membra della Chiesa e che senza questo amore gli apostoli non avrebbero più annunciato il Vangelo. I martiri non avrebbero più versato il loro sangue».

Sono ora disponibili il video e il testo dell’omelia pronunciata dal Patriarca Martedì 29 Settembre in occasione della festa di san Michele Arcangelo al Duomo di Mestre.

Dan 7, 9-10.13-14; Sal 137; Apc 12, 7-12; Gv 1, 47-51

1. Gli Angeli «in cielo stanno davanti a Te per servirti e contemplano la gloria del Tuo volto» (Orazione di Colletta).

Il Catechismo della Chiesa cattolica commenta, in un certo senso, questa affermazione al N. 350: «Gli angeli sono creature spirituali che incessantemente glorificano Dio e servono i Suoi disegni salvifici nei confronti delle altre creature: «Ad omnia bona nostra cooperantur angeli [gli angeli cooperano ad ogni nostro bene]» (S. Tommaso D’Aquino, Summa theologiae, I, 114, 3 ad 3: Ed. Leon. 5,535).

La celebrazione di conferimento del mandato a catechisti ed educatori di sabato 26 settembre nella Basilica di San Marco è stata caratterizzata da una liturgia di affidamento a Maria. “Cosa significa atto di affidamento? Significa consegnare alla cura, alla custodia di una persona – Maria – che ne è veramente capace qualcosa di molto prezioso, che ci sta a cuore. Nel nostro caso il mandato ma, per finire, la nostra stessa vita” ha dichiarato il card. Scola durante l’omelia.

È disponibile il video dell’omelia del Patriarca.

Qui è disponibile il testo dell’intervento del card. Angelo Scola

Letture: Gv 19,25-27; Lc 2,25-35; Gv 21, 20-22; Gv 17, 13-23.

1. Carissimi,

giunti da ogni parte della nostra Diocesi nella Basilica Cattedrale – la casa della comunione di tutti i fratelli in Cristo intorno al fratello e padre Vescovo – per ricevere, anche quest’anno, il mandato (la missione) di evangelizzatori e di catechisti (educatori), ricevete il mio personale abbraccio di accogliente saluto.

Domenica 6 Settembre alle ore 18.00 il cardinale Scola ha presieduto la concelebrazione eucaristica nel chiostro annesso al Santuario di Nostra Signora del Pilastrello: si è trattato dell’occasione culmine di festeggiamento per i cinquecento anni dalla fondazione del santuario di Lendinara (Rovigo). Tale funzione ha visto la partecipazione di S.E Lucio Soravito, vescovo di Adra-Rovigo, e di cinque abati, tra cui don Michelangelo M. Tiribilli, Abate Generale della congregazione benedettina di Monte Olivito. I concelebranti, dopo una visita al Santissimo sono giunti sino all’Aula Capitolare per appararsi per la Santa Messa che si è svolta non all’interno del Santuario stesso ma nell’annesso Chiostro. La solenne liturgia, è stata vissuta come un’occasione speciale di rendimento di grazie per la secolare tradizione di devozione alla Madonna del santuario di Lendinara.

Qui si può leggere il testo dell’omelia del card. Scola.

SOLENNITÀ DELLA NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA

Liturgia: Michea 5, 1-4a; dal Salmo 87; Rm 8, 28-30; Mt 1, 1-16. 18-23.

1. «Tutti là sono nati. … L’uno e l’altro è nato in essa. … Là costui è nato. … Il Signore ha posto in te le sorgenti della vita» (Salmo Responsoriale, 87). La Liturgia dell’odierna Solennità è tutta tramata dal tema della nascita. Commentando questo Salmo Sant’Agostino esclama: «L’Altissimo ha fondato questa città per nascervi, allo stesso modo che ha creato sua madre per nascere da lei. Quale promessa, quale speranza, fratelli miei! Ecco per noi l’Altissimo, che ha fondato la città, le dice: Madre!» (Sant’Agostino, Commento al Salmo 87).

La profezia di Michea, alludendo al tempo in cui sorgerà il Messia a Betlemme, riprende il tema della nascita. Afferma: «Quando colei che deve partorire partorirà…» (Mic 5,2, Prima Lettura).

Questo è il testo dell’omelia pronunciata dal card. Angelo Scola nella basilica di Torcello  nel giorno della Festa dell’Assunzione di Maria in occasione della chiusura delle celebrazioni del Millenario della stessa basilica.

Ap 11,19;12,1-6.10; Sal 44; 1Cor 15, 20-26; Lc 1, 39-56

1. In Lei Dio ha «fatto risplendere un segno di consolazione e di sicura speranza» (Prefazio). Da questa millenaria Basilica di Torcello l’efficace affermazione del Prefazio della Solennità della Beata Vergine Maria Assunta in cielo diventi per tutti un cordiale augurio. Saluto in particolare la comunità di Torcello e quelle delle vicine Isole, le Autorità civili, militari, del Comune, della Provincia e della Regione. Saluto inoltre quanti sono collegati per radio e televisione.

Si è snodata per la calli di Venezia attorno a S.Marco domenica 14 giugno  nel pomeriggio la processione guidata dal Patriarca per la Festa del Corpus Domini. Intensa e numerosa la partecipazione dei veneziani a tale gesto.
Qui è disponibile l’omelia letta dal Patriarca Scola e la preghiera al Santissimo Sacramento per la città di Venezia.

Es 24,3-8; Sal 115; Eb 9,11-15; Mc 14,12-16.22-26

1. Alzatosi di buon mattino Mosé erige un altare e, con la collaborazione «di alcuni giovani israeliti» (Es 24, 5), si procura, mediante il sacrificio di giovenchi, il sangue che, versato in catini, spargerà metà sull’altare e a metà sul popolo. Il popolo, appositamente convocato, ascolta da Mosé la lettura del Libro dell’alleanza. Soprattutto vi aderisce proclamando a una sola voce: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo» (Es 24, 3).
Recuperiamoci, in questo momento, da ogni distrazione per immedesimarci in questa scena sacrale. Cosa esprime?
Il sangue nell’Antico Testamento è la vita ed appartiene a Dio. Significa che, in forza dell’alleanza, una stessa vita circola d’ora in avanti tra Dio ed il suo “primogenito” Israele.