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“Dio Oggi. Con Lui o senza di Lui cambia tutto” è il titolo dell’Evento Internazionale promosso dal Comitato per il progetto culturale della Cei, dall’11 al 12 dicembre a Roma presso l’Auditorium Conciliazione.  Il card. Scola è intervenuto venerdì 11 dicembre all’interno della seconda sessione dei lavori, intitolata “Il Dio della cultura e della Bellezza”.

Cliccando qui è possibile vedere la galleria fotografica dell’evento.

Ecco il testo dell’intervento del Patriarca.

1. Modernità: deicidio o eclissi di Dio?

A suo tempo Augusto Del Noce ha affermato: «L’ateismo si fa destino della modernità» dal momento che la modernità immanentista termina nella rinuncia radicale alla domanda sul senso. Anzi, insiste il filosofo, l’in-sensatezza della modernità altro non sarebbe che la prova del deicidio compiuto[1].

Ma quale Dio sarebbe stato ucciso? Ed anche: quale Dio è quello che la modernità filosofica religiosa ha affermato e difeso? Per identificarlo possiamo far ricorso ad un celebre passaggio della Lettera ai Romani in cui San Paolo, parlando di Abramo, dice: «Sta scritto: “Ti ho costituito padre di molti popoli”; (è nostro padre) davanti al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che ancora non esistono» (Rm 4, 17).

In occasione dell’uscita del libro “Maria, la donna. I misteri della sua vita” (pp. 118, Cantagalli Editore, 2009), la scrittrice e giornalista Alessandra Borghese ha realizzato un’intervista al card. Scola pubblicata sui quotidiani La Nazione, Il Resto del Carlino e Il Giorno, che qui viene riproposta.

Tra le sue numerose pubblicazioni ve ne sono alcune di carattere più strettamente teologico e altre più divulgative, in che modo definirebbe questo suo ultimo libro edito da Cantagalli, intitolato “Maria, la donna: i misteri della sua vita”?

Il libro vuole offrire degli spunti di riflessione, un aiuto a contemplare le più importanti tappe della vita di quella che è forse la donna più conosciuta e venerata del mondo (non dimentichiamo che il culto della Madre di Cristo, più che millenario, non appartiene solo al cristianesimo, ma anche ai diversi islam), con la sorpresa di scoprire in lei i tratti più originali e profondi della femminilità. Mi sembra un testo alla portata di tutti.

Da dove è nata questa sua esigenza di dedicare un libro alla figura di Maria?

Avevo circa trent’anni quando un grande sacerdote mi insegnò ad affidare alla Madonna, con un’Ave Maria ogni sera prima di dormire, la vita.

“La sfida educativa” è il titolo del primo rapporto-proposta curato dal Progetto culturale della Conferenza episcopale italiana (Edizioni Laterza) che è stato presentato giovedì 26 Novembre  presso la Fiera di Verona nell’ambito di Job Orienta. Con il card. A. Scola sono intervenuti il ministro M. Sacconi, l’on. E. Letta, la prof. E. Scabini e il prof. S. Belardinelli.

Ecco le immagini dell’incontro.

Il quotidiano Il Sole24 ore pubblica oggi un’anticipazione dell’intervento del Patriarca di Venezia, che qui è disponibile:

«Le crisi dell’insegnamento non sono crisi di insegnamento; denunciano crisi di vita e sono crisi di vita esse stesse». Ancora una volta è il genio di un poeta come Péguy che, sbaragliando una serie di luoghi comuni e analisi superficiali, sa andare al cuore di quella che ormai da tutti è riconosciuta come l’emergenza educativa. Una questione posta a tema, studiata e rilanciata come sfida educativa dal Progetto culturale della Conferenza Episcopale Italiana che vi ha dedicato il suo primo Rapporto-proposta (divenuto un volume dal titolo La sfida educativa, Ed. Laterza).

Si è tenuto venerdì 20 novembre in serata il tradizionale Pellegrinaggio dei giovani con il Patriarca alla Madonna della Salute, al quale hanno partecipato oltre 2000 ragazzi e ragazze di tutta la diocesi. (Sul tema di questa edizione vedi post precedente).

Qui è disponibile il video integrale dell’intervento  e, sotto, una traccia sintetica dell’intervento del card. Scola.

Tocca a te.

1. «Non posso star fuori dal gioco./ Fuori dal gioco non esiste felicità» (Hans Scholl).

Mercoledì 11 novembre, in mattinata, il Patriarca ha tenuto la prolusione di inaugurazione dell’Anno Accademico 2009-2010 del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su Matrimonio e Famiglia di Roma, nel XXIX Anniversario di Fondazione.

Il quotidiano Il Foglio ne ha pubblicato un ampio estratto, che qui si riporta.

Amore e neuroscienze

Il termine neuroetica si è diffuso grazie ad un articolo scritto nel 2002 da William Safire sul New York Times. In un primo tempo indicava una significativa estensione del campo della bioetica, poi una scienza autonoma. Ora, come nota Adina Roskies, la neuroetica ha per così dire compiuto un salto di qualità mediante lo studio di quelle caratteristiche che ci definiscono propriamente come esseri umani.

Oggi si parla pertanto di etica delle neuroscienze e di neuroscienze dell’etica. La neuroetica non si limita quindi a pronunciarsi sui problemi etici che sorgono dall’applicazione delle neurotecnologie, ma alimentandosi, di fatto o esplicitamente, ad un confronto sempre più serrato con l’etica, la filosofia, la teologia morale, la psicologia, la pedagogia, l’arte, il diritto e l’economia vuole rispondere, partendo rigorosamente da sofisticate indagini scientifico-sperimentali, all’interrogativo: cosa significa realmente esistere come esseri pensanti (N. Levy)? È possibile ri-significare in termini puramente neuronali un simile interrogativo per cercare di rispondervi?

Giovedì 5 novembre, in mattinata, a Molfetta, per il Dies Academicus della Facoltà teologica pugliese il Patriarca ha tenuto la prolusione sul tema “Lo studio della teologia oggi nella formazione dei presbiteri” . L’occasione è coincisa con la celebrazione conclusiva dell’Anno centenario di fondazione del Pontificio Seminario Regionale Pugliese “Pio XI”.

Qui è disponibile il testo della lezione del card. Scola.

1. L’orizzonte adeguato della formazione presbiterale

Per trattare il tema che mi è stato affidato in questa prolusione, lo studio della teologia oggi nella formazione dei presbiteri, si rende anzitutto necessaria una premessa solo apparentemente accessoria: lasciar emergere l’orizzonte integrale adeguato della formazione presbiterale. Oggi è infatti diffusa una riduzione del concetto di formazione, dalla quale non è immune la formazione presbiterale, sempre più spesso pensata e praticata come un percorso professionalizzante, con contenuti e tecniche finalizzati allo svolgimento di un ruolo. Letto in quest’ottica, il contenuto proprio della formazione del presbitero finisce per coincidere con una disciplina, la teologia, intesa come insieme ben demarcato di saperi riguardanti la fede cristiana, necessari per esercitare il ministero sacerdotale.