Category

Articoli

Category

UNA NUOVA LAICITA’ – Viene proposto anche questa settimana, sull’acceso dibattito sulla laicità dello stato, uno stralcio del capitolo VII del libro del card. Angelo Scola, “Una nuova laicità. Temi per una società plurale” (Marsilio, 2007):

“La domanda di senso oggi”

Non sono pochi gli stimoli pieni di fascino che il pensiero contemporaneo non cessa di offrire con i suoi variegati tentativi, più o meno consapevoli, di prendere sul serio sia la radicalità della domanda leopardiana – «ed io che sono?» – sia l’urto della provocazione rivolta dal Creatore ad Adamo: «Adamo, dove sei?». Infatti, attraverso le mille circostanze della storia e una qualche rete di rapporti di autentico amore, il Padre benefico continua a suscitare nell’uomo l’instancabile desiderio di scoprire chi è e dove è. E anche quando questo desiderio si perde lungo sentieri interrotti senza incontrare il volto luminoso perché liberante dell’Origine-Meta (Verità), resta in ogni caso indizio di una sete che non si spegne e che in ultima analisi lascia sperare.

Anche a noi, uomini impagliati, accade di veder spuntare miracolosamente, sul terreno della solidale umana compassione, le domande ultime del senso religioso, fragile filo d’erba che riesce a bucare la montagna dei detriti sotto cui l’abbiamo sepolto: «Per me esiste la pressione assoluta mente innegabile di una Presenza aliena alla spiegazione» (G. Steiner, Errata, Milano, Garzanti, 1998, p. 200). Attraverso gli affetti e il lavoro, l’Autore della storia non si stanca di richiamare l’uomo a quell’esperienza elementare che costituisce la via sicura lungo la quale correre verso la meta senza la meccanica pretesa di fabbricarla e di dominarla.

BUONE RAGIONI PER LA VITA COMUNE – E’ disponibile in libreria il nuovo libro del card. Angelo Scola, “Buone ragioni per la vita in comune. Religione, politica, economia” (Mondadori 2010, pag. 120, euro 17,50).

In un contesto potenzialmente conflittuale come quello presente, è necessaria, da parte di tutti i soggetti della società civile, la disponibilità a un reciproco e comune riconoscimento, teso ad affermare l’importante valore sociale dell’“essere insieme”. Attraverso i temi della religione in rapporto con la società, e in special modo con la politica e l’economia, il saggio si propone di rintracciare il filo che conduce a una condizione di stabile e autentica “amicizia civile”.

Quasi un decennio è passato dall’11 settembre 2001. Più di vent’anni ormai ci separano dalla caduta del muro di Berlino, mentre dal 2008 siamo investiti da una crisi economico-finanziaria di proporzioni planetarie e dagli esiti molto incerti. Ognuno di questi eventi ha avuto la forza di un nuovo inizio, gettandoci in situazioni in cui ancora stentiamo a orientarci. Con la fine della modernità, si è andata configurando una società sempre più globalizzata, un «meticciato di civiltà e culture», che fatica a riconoscere punti di riferimento assoluti, ideologici e religiosi. Se nel XX secolo si è assistito, secondo le parole di Giovanni Paolo II, a una «contesa sull’humanum», dove l’oggetto del contendere era ancora identificabile, ora è decisivo interrogarsi su chi sia l’uomo stesso.

UNA NUOVA LAICITA’ – Viene proposto anche questa settimana, sull’acceso dibattito sulla laicità dello stato, uno stralcio del capitolo VI del libro del card. Angelo Scola, “Una nuova laicità. Temi per una società plurale” (Marsilio, 2007):

“Dualismo pubblico-privato”

Dal punto di vista dell’azione sociale un primo elemento s’impone con una notevole forza persuasiva. Mi riferisco all’eclisse di quella concezione adeguata, perché vera, dell’azione umana – e quindi della filosofia morale, politica, del diritto – per cui ogni azione di ogni uomo deve essere armonicamente tesa a perseguire la vita buona di tutto l’uomo e di tutto il popolo, senza dualismi e false separazioni tra dimensione personale e dimensione sociale dell’azione stessa.

Oggi, invece, ci troviamo davanti a un’immagine dell’azione che divide il «privato» dal pubblico, che contrappone l’etica pubblica all’etica cosiddetta privata, fedele riflesso della divisione esistente fra libertà personale e libertà civile e giuridica. Un’etica pubblica sempre più formale e basata solo sulle norme, dalla quale viene bandita, come osserva giustamente MacIntyre, la dimensione della virtù, abbandonata al «privato», al puro arbitrio di un individuo pensato come separato dalla società.

FAMIGLIA – Viene riproposto qui di seguito il testo della lectio magistralis tenuta dal Patriarca sul tema “Il volto dell’uomo/donna” in occasione della chiusura del Festival Biblico di Vicenza del 2009.

Al tema “uomo-donna” il card. Scola ha dedicato un libro dal titolo “Uomo-donna: il caso serio dell’amore”, Ed. Marietti, che ha vinto il premio Capri San Michele 2004.

Card. Angelo Scola

Patriarca di Venezia

«Tre cose sono troppo ardue per me, anzi quattro, che non comprendo affatto: la via dell’aquila nel cielo, la via del serpente sulla roccia, la via della nave in alto mare, la via dell’uomo in una giovane donna» (Prov 30, 18-19).

Con potenti immagini l’autore del Libro dei Proverbi esprime la meraviglia carica di ontologico timore dell’uomo, creatura finita, di fronte all’infinito da cui pure è attratto. La coscienza della propria strutturale sproporzione a comprendere il senso della totalità del reale è certo la cifra della sua piccolezza, ma anche della sua grandezza. L’ampiezza del cielo in cui l’aquila vola indica la possibilità di uno sguardo senza confini. La solidità della roccia fa sì che il serpente possa attraversarla ma non sgretolarla: il male non riesce a conquistare definitivamente la vita. La profondità del mare sostiene il viaggio dell’uomo nella vita. Ma più enigmatica ancora di tale ampiezza, solidità e profondità, è la via dell’uomo in una giovane donna.

L’icastica bellezza di quest’ultima affermazione ci introduce di schianto nel tema di questa sera. L’uomo/donna è la via attraverso cui ognuno di noi è inoltrato nel mistero della vita.

Molto acuto è il commento che ci propone Paul Beauchamp, uno dei più importanti esegeti del nostro tempo: «L’enigma che sorpassa gli altri, secondo i Proverbi, è la “strada dell’uomo attraverso la donna” (Prov. 30, 18s.), ossia è ciò che fa passare l’uomo attraverso l’immagine di colei che sta al suo inizio e che lo fa uscire da essa quando nasce, il che fa dell’incontro tra i due al tempo stesso un ricominciamento e qualcosa di nuovo» (L’uno e l’altro Testamento, Paideia, Brescia 1985, 144).

UNA NUOVA LAICITA’ – Viene proposto anche questa settimana, sull’acceso dibattito sulla laicità dello stato, uno stralcio del capitolo V del libro del card. Angelo Scola, “Una nuova laicità. Temi per una società plurale” (Marsilio, 2007):

“Meticciato di culture e civiltà. Un processo in atto”

In questo quadro vorrei proporre un’ipotesi di lavoro per leggere il delicato frangente storico che ci vede protagonisti. Si tratta appunto di un’ipotesi che propongo alla libera e critica discussione da parte di tutti. Mi riferisco al tema del meticciato di civiltà. Mi preme, però, sottolineare che questa espressione non intende, a sua volta, essere una categoria teoretica compiuta – sarei, in tal caso, come il celebre gatto che si mangia la coda – ma vuol solo suggerire una pista che mi sembra emergere dall’ascolto della realtà. Non intendo quindi proporre una riflessione di filosofia o teologia della storia, ma solo offrire un possibile orizzonte interpretativo dei complessi, articolati e contraddittori fenomeni di cui siamo spettatori e protagonisti contemporaneamente.

In connessione con la globalizzazione, con la cosiddetta «civiltà delle reti» e con i poteri delle biotecnologie stiamo assistendo, negli ultimi decenni, a un processo di inedita mescolanza tra i popoli. Non che l’incontro tra i popoli rappresenti una novità assoluta, anzi le migrazioni e mescolanze di popoli sono una costante nella storia degli uomini. Pensiamo a che cosa abbiano significato le migrazioni dei popoli germanici per l’impero romano o l’invasione mongola per il califfato abbaside. Il fatto nuovo è che oggi il fenomeno investe la totalità del pianeta e possiede, per i caratteri sopra ricordati, una rapidità da progressione geometrica. Un aspetto importante di questa mescolanza di popoli è costituito dalla sua natura inedita «bidirezionale».

EDUCAZIONE – Riportiamo di seguito, come spunto di riflessione, uno stralcio del capitolo II del libro del card. Angelo Scola “Come nasce e come vive una comunità cristiana” (Venezia, 2007, Marcianum Press editore).

L’urgenza educativa

Benedetto XVI nel suo discorso a Verona ha indicato la priorità assoluta della questione educativa. Afferma il Papa: «Perché l’esperienza della fede e dell’amore cristiano sia accolta e vissuta e si trasmetta da una generazione all’altra, una questione fondamentale e decisiva è quella dell’educazione della persona. Occorre preoccuparsi della formazione della sua intelligenza, senza trascurare quelle della sua libertà e capacità di amare. E per questo è necessario il ricorso anche all’aiuto della Grazia. Solo in questo modo si potrà contrastare efficacemente quel rischio per le sorti della famiglia umana che è costituito dallo squilibrio tra la crescita tanto rapida del nostro potere tecnico e la crescita ben più faticosa delle nostre risorse morali.

Un’educazione vera ha bisogno di risvegliare il coraggio delle decisioni definitive, che oggi vengono considerate un vincolo che mortifica la nostra libertà, ma in realtà sono indispensabili per crescere e raggiungere qualcosa di grande nella vita, in particolare per far maturare la libertà».

Il richiamo del Papa è molto efficace. Egli evidenzia che l’educazione riguarda ogni dimensione dell’umano: la ragione, la libertà e quella connessione culmine e sintetica di entrambe che è l’amore.