Category

Omelie

Category

Epifania significa manifestazione. Il bambino davanti al quale i Magi si prostrano adoranti ci apre al Mistero di Dio. L’Onnipotente, il Signore dell’universo, Colui che «dominerà da mare a mare, dal fiume sino ai confini della terra» (Salmo responsoriale), l’Eterno, il Santo, cioè l’Altro per eccellenza, si svuota della sua divinità per identificarsi in questo bambino: il suo abbassamento arriverà fino al farsi nostro cibo e nostra bevanda…

Commemorazione defunti

COMMEMORAZIONE DEFUNTI – Martedì 2 novembre, in occasione della giornata dedicata alla memoria dei defunti, il Patriarca ha celebrato la santa messa al cimitero di Venezia alla presenza dei fedeli insieme alle autorità civili e militari.

Vengono pubblicati qui di seguito alcuni appunti dell’omelia pronuciata dal Patriarca:

1. «Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno» (Gv 6,39).
Le parole di Gesù rispondono al desiderio struggente che anima tutti noi, come tutti gli uomini, in questa giornata.
Gabriel Marcel: “Ama colui che dice all’amato: «Tu non puoi morire»”. È il desiderio di un amore oltre la morte, che salvi dalla morte. Salvare = conservare, durare per sempre, non perdere l’altro, non essere inghiottiti dall’orribile abisso del nulla (“abisso orrido, immenso, in cui precipitando il tutto oblìa”, G. Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell’Asia).

DUE NUOVI DIACONI – Domenica 24 ottobre nel pomeriggio nella Basilica Patriarcale di S. Marco il Patriarca ha ordinato diaconi due giovani, Lorenzo de Lazzari e Valentino Cagnin. Qui è disponibile il testo integrale della sua omelia:

Carissimi Lorenzo e Valentino,

la Basilica Cattedrale vi accoglie nei Secondi Vesperi di questa domenica con la presenza speciale di presbiteri e membri del popolo di Dio, tra cui spicca la Comunità del Seminario guidata dal Rettore, oltre alle parrocchie di provenienza, quelle con cui avete collaborato in questi anni, quella di San Lorenzo, nonché la Comunità pastorale del Lido – ed in modo speciale la parrocchia di Sant’Ignazio – cui siete stati inviati per esercitare un anno di ministero diaconale.

Con il Vescovo Ausiliare e con il capitolo della Cattedrale il Patriarca saluta tutti di vero cuore, in particolare i familiari. 

1. Fra poco, tramite l’imposizione delle mani da parte del Patriarca, riceverete l’ordine del diaconato. «Fortificati dal dono dello Spirito Santo» sarete «di aiuto al vescovo e al suo presbiterio nel ministero della parola, dell’altare e della carità» mettendovi «al servizio di tutti i fratelli» (Rito dell’Ordinazione dei diaconi). Un passaggio decisivo del Rito sarà quello della consegna del Vangelo. Affidandovelo il Patriarca pronuncerà le seguenti preziose parole: «Ricevi il Vangelo di Cristo del quale sei divenuto l’annunziatore: credi sempre ciò che proclami, insegna ciò che hai appreso nella fede, vivi ciò che insegni». Questa formula, a ben vedere, concentra in sé non solo il valore di questo duplice prezioso gesto sacramentale, ma offre la direzione al cammino della vostra vita, tesa al ministero sacerdotale nella Chiesa di Venezia. Cerchiamo di approfondirla un poco, tutti insieme, con l’aiuto delle Letture appena proclamate.

Visita a Belgrado

VISITA A BELGRADO – Nel contesto della visita, che in questi giorni il Patriarca sta svolgendo alla Chiesa cattolica e al Patriarcato ortodosso di Belgrado, martedì 19 ottobre il card. Angelo Scola ha presieduto, nella Chiesa di San Pietro, la Santa Messa in onore della Beata Maria Vergine Immagine e Madre della Chiesa  .

Viene proposto qui di seguito il testo dell’omelia pronunciata dal Patriarca:

1. Maria è la prima dimora di Dio, è lei la sposa dell’Apocalisse, immagine e primizia della Ecclesia immaculata.

La visione della Gerusalemme nuova che scende dal cielo sulla terra (cfr Ap 21,2) ci offre certamente uno squarcio di Paradiso. Ma il Paradiso, con l’incarnazione morte e resurrezione del Signore Gesù scende sulla terra, inizia nel qui e ora della Chiesa.

La Chiesa è il rendersi visibile di questo eterno con di Dio con l’uomo. «Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro» (Ap 21,3). Le nostre comunità ecclesiale devono lasciar trasparire questa compagnia di Dio ad ogni nostro fratello uomo. Come? Attraverso la testimonianza capace di autentico dialogo. 

Visita a Belgrado

VISITA A BELGRADO – Nel contesto della visita, che in questi giorni il Patriarca sta svolgendo alla Chiesa cattolica e al Patriarcato ortodosso di Belgrado, domenica 17 ottobre è stata celebrata la Santa Messa, presieduta dal card. Angelo Scola, nella Cattedrale della Beata Vergine Maria Assunta.

Viene proposto qui di seguito il testo dell’omelia pronunciata dal Patriarca:

1. Al centro della liturgia di questa domenica è il tema della fede, la relazione buona tra Dio e l’uomo da cui discendono relazioni buone dell’uomo con se stesso e con gli altri.

«Domani io starò ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dio» (Es 17,9). Israele è in guerra con gli Amaleciti. Il bastone di Dio indica che Mosè convoca, in un certo senso, alla guerra il Signore. «Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva» (Es 17,11). Il risultato non è visto tanto come una vittoria militare, ma come un avvenimento di salvezza, perché la vittoria è data da Dio. Mosè non è uno stratega, ma un intercessore e un testimone di Dio.

2. L’atteggiamento della vedova che, per avere giustizia, non si stanca di importunare il giudice disonesto ci interroga profondamente. Quando qualcosa ci sta veramente a cuore, non ci facciamo scrupolo di diventare importuni. Perché non facciamo così con Dio? È la domanda di Gesù.