Venerdì 1 maggio, presso il Sito di Fieramilano a Rho, l’Arcivescovo, cardinale Angelo Scola, ha partecipato alla cerimonia di inaugurazione di Expo Milano 2015. Ecco una sua riflessione sulla presenza della Chiesa all’evento.

Non è la prima volta che la Santa Sede partecipa a Expo. Anzi, la sua è quasi una presenza tradizionale, che va indietro nel tempo. E la ragione può essere ben identificata con la natura dell’esperienza cristiana: noi siamo figli di un Dio incarnato; perciò, a certe condizioni, tutte le manifestazioni dell’umano ci interessano. Gesù ha detto di essere Via alla Verità e alla Vita e di fronte a un tema talmente importante e impegnativo come quello dell’Expo di quest’anno, «Nutrire il pianeta, energia per la vita», era impossibile che la fede non si sentisse provocata e sollecitata.

Tutte le iniziative che la Chiesa sta mettendo in campo per Expo sono favorite dal fatto che il tema non è astratto. È per questo che è percepito da tutti come decisivo. E non soltanto per la tragedia della fame, ma anche perché mette in gioco la condizione quotidiana del nostro vivere. Mangiare, trovarsi a mensa è attività che noi compiamo tutti i giorni e che, a ben vedere, suscita domande fondamentali. Partendo dall’alimentazione, dall’energia per la vita, per arrivare fino all’ecologia, come recentemente ha ricordato papa Francesco, siamo portati a far emergere interrogativi decisivi anche per l’uomo di oggi.

Queste domande sono state concentrate dalla Chiesa italiana, in vista del Convegno di Firenze, nel tema del nuovo umanesimo. L’umanesimo è tale in quanto pone l’uomo al centro, ma nella nostra società in forte transizione è “nuovo” perché deve saper affrontare processi inediti e difficilmente dominabili.

In questa fase particolare, come in ogni situazione della vita, i cristiani e gli uomini di buona volontà sono chiamati a essere testimoni credibili di speranza affidabile. La testimonianza è la condizione per quel cambiamento di cui sentiamo il bisogno ogni giorno. Ciò che non cambia non cresce e ciò che non cresce muore. A partire dall’esperienza fondamentale del nutrirsi, la presenza del padiglione della Santa Sede, dell’edicola Caritas a Expo, le centinaia di iniziative in atto in molte parrocchie della nostra Diocesi, stanno a significare il desiderio di accompagnare l’uomo ad assumere con responsabilità il destino proprio, congiunto a quello di tutta la famiglia umana.

Espressione di questo compito sarà il gesto in programma in piazza del Duomo, la sera del 18 maggio, intitolato «Tutti siete invitati». Cercherà di documentare, mediante letteratura, musica, arte e giungendo fino all’Adorazione eucaristica, il “genio” cattolico del Sacramento istituito da Gesù nell’ultima cena e la sua straordinaria incidenza nel quotidiano. Gesù si consegna per essere contemporaneo alla libertà dell’uomo di ogni tempo e luogo.

Un’altra realtà che incarna – e lo farà in modo permanente – il senso dell’impegno della Chiesa per i temi di Expo è il “Refettorio Ambrosiano”. Aprirà nella parrocchia di San Martino di Greco, a Milano, alla fine di maggio. Sarà un lascito importante. Siamo grati agli chef, agli architetti e a tutti coloro che con Caritas ambrosiana lo stanno realizzando.

L’iniziativa non va limitata all’intuizione originaria, quella di mostrare come i surplus alimentari che si produrranno nei padiglioni dell’Esposizione possono generare grande cucina. Lo scopo finale è quello di creare a Milano un’altra realtà che, a partire dal bisogno elementare del cibo – un dramma per un numero sempre più crescente di persone – accolga la persona per quello che è, accompagnandola a crescere in tutte le sue dimensioni, compresa quella spirituale, fino all’incontro con Dio, che in Gesù Cristo si fa cibo per noi e la nostra salvezza.

L’affermazione biblica «non di solo pane», che è il titolo e il tema del Padiglione della Santa Sede a Expo, dice proprio questo: per dare energia all’uomo non basta nutrirne il corpo, ma occorre pensare alla totalità del suo Io: al rapporto con se stesso, con gli altri e con Dio.