Martedì 27 ottobre, per il ciclo «Evangelizzare la metropoli», Béchara Boutros Rai, patriarca dei Maroniti in Libano, ha tenuto due incontri: al mattino con i preti e la sera con i laici. Pubblichiamo il saluto porto al mattino dal cardinale Scola a Sua Beatitudine

È con grande gioia e gratitudine che accogliamo quest’oggi nel nostro Duomo Sua Beatitudine il Cardinale Béchara Boutros Raï, Patriarca di Antiochia dei Maroniti (Libano) e Presidente del Consiglio dei Patriarchi Cattolici d’Oriente. Sua Beatitudine ha accettato di partecipare al nostro ciclo di Incontri “Evangelizzare la metropoli”, portando la sua preziosa testimonianza. Dopo i cardinali Schönborn, Tagle, O’ Malley ed Onaiyekan, il suo racconto potrà ulteriormente allargare gli orizzonti del nostro impegno nell’evangelizzare la metropoli milanese.

Sono diverse le ragioni che fanno particolarmente significativa la presenza di Sua Beatitudine tra di noi.

Innanzitutto la testimonianza eroica di fede che i nostri fratelli cristiani ci offrono quotidianamente nelle martoriate terre di Medio Oriente. I Padri Sinodali non hanno voluto concludere l’Assemblea senza rivolgere una particolare parola in proposito: «La pace in Medio Oriente va cercata non con scelte imposte con la forza, ma con decisioni politiche rispettose delle particolarità culturali e religiose delle singole Nazioni e delle varie realtà che le compongono. (…) Siamo convinti che la pace è possibile ed è possibile fermare le violenze che in Siria, in Iraq, a Gerusalemme e in tutta la Terra Santa, coinvolgono ogni giorno sempre più famiglie e civili innocenti e aggravano la crisi umanitaria. La riconciliazione è frutto della fraternità, della giustizia, del rispetto e del perdono».

In secondo luogo, Sua Beatitudine è pastore di una Chiesa come la nostra, che vive la fede cattolica secondo una particolare tradizione rituale – quella maronita –. Ciò mostra la ricchezza inesauribile del mistero di Cristo perché esprime la pluriformità nell’unità, legge costitutiva della communio.

A Sua Beatitudine mi unisce inoltre un’amicizia pluridecennale. In più occasioni abbiamo lavorato insieme, sostenendoci nel ministero. Come ben sapete è stato grazie al suo rapporto fraterno che ho potuto recarmi insieme a Sua Beatitudine in Libano e in Iraq, il mese di giugno u.s.

Il Cardinale è nato il 25 febbraio 1940 nell’arcieparchia di Antélias, a Himlaya (lo stesso villaggio che ha dato i natali a Rafqa Ar-rayes, la prima santa dei maroniti). Dopo aver emesso i voti religiosi nell’Ordine maronita della Beata Vergine Maria (mariamita), nel 1962 è stato inviato a Roma per seguire i corsi di filosofia e di teologia alla Pontificia Università Lateranense, dove ha conseguito il dottorato in Diritto canonico e la licenza in Sacra Teologia. È stato ordinato sacerdote il 3 settembre 1967. Per diversi anni ha diretto lo scolasticato mariamita a Roma, ricoprendo nel contempo l’incarico di responsabile dei programmi in lingua araba di Radio Vaticana. Proprio quando iniziava la guerra civile in Libano, nel 1975, è rientrato in patria per dirigere il Collège Notre Dame di Louayzé, città nella quale ha fondato e guidato l’Istituto delle lingue straniere. Il 2 maggio 1986 il Sinodo maronita l’ha eletto vicario patriarcale e gli è stata assegnata la sede titolare vescovile di Cesarea di Filippo. Ha ricevuto l’ordinazione episcopale dal cardinale Nasrallah Boutros Sfeir il 12 luglio dello stesso anno, scegliendo come motto episcopale «Comunione e amore».

Il 9 giugno 1990, è stato trasferito alla nuova eparchia di Jbeil (Byblos) dei maroniti. Nominato nel 2003 segretario del Sinodo permanente della Chiesa maronita, in tale veste ha partecipato a diverse assemblee sinodali a Roma, compresa quella speciale per il Medio Oriente nell’ottobre 2010, dalla quale è stato eletto nel Consiglio post-sinodale.

Il 15 marzo 2011 è stato eletto 77.mo successore di san Marone durante il Sinodo straordinario riunitosi nella sede patriarcale di Bkerké, a nord-est della capitale libanese. Il 24 marzo dello stesso anno Benedetto XVI gli ha concesso l’ecclesiastica communio, richiestagli in conformità al canone 76 § 2 del Codice dei canoni delle Chiese orientali.

All’indomani della cosiddetta primavera araba e nel pieno della guerra civile nella vicina Siria, il Patriarca Raï ha accolto il Papa in occasione del viaggio compiuto in Libano dal 14 al 16 settembre 2012, per la consegna dell’esortazione apostolica Ecclesia in Medio Oriente, frutto del Sinodo speciale del 2010.

Tra i protagonisti del dialogo nel complesso scenario del Medio Oriente, il capo del Sinodo della Chiesa maronita è chiamato a rappresentare la voce degli arabi cristiani nel Collegio cardinalizio. Insignito della porpora come i suoi tre più immediati predecessori sulla cattedra di san Marone, porta nel Collegio dei cardinali l’esperienza di un Paese nel quale la convivenza tra le religioni è una realtà radicata nella storia, anche se è messa attualmente in pericolo dai drammatici avvenimenti che sconvolgono le popolazioni confinanti e minano la stabilità dell’intera area.

Eminenza, grazie di cuore per la sua presenza tra di noi e la sua testimonianza.