La riflessione del Patriarca di Venezia card. Angelo Scola nell’omelia del mercoledì delle Ceneri a San Marco: “Per affrontare il combattimento contro lo spirito del male occorre la certezza del Suo amore misericordioso”.

Benedizione

Il punto di partenza per il cammino quaresimale è “stare di fronte all’amore e alla stima che il Padre, in Cristo Signore, ha per ognuno di noi”: si è espresso così il Patriarca card. Angelo Scola nel corso dell’omelia della messa celebrata la sera del mercoledì delle Ceneri nella basilica cattedrale di S. Marco a Venezia. Per affrontare il “combattimento contro lo spirito del male”, infatti, “occorre la certezza del Suo amore misericordioso. A quale condizione si può stare davanti al Suo amore misericordioso? La conversione è un volgersi a Lui. Come per il figliol prodigo è il cammino del ritorno a casa: ma anche questo, prima che un’iniziativa nostra, è un’iniziativa Sua. Gesù mi sorprende, questa sorpresa mi dilata il cuore e io ho voglia di andarGli dietro. Lui mi dice “vieni e vedi” e io cambio”.  

Commentando quindi la lettura paolina ha affermato: “Lasciatevi riconciliare, cioè cedete al mio amore. La libertà si compie nell’adesione a Lui. Esistenzialmente, dentro la concretezza del quotidiano”. Il Patriarca ha quindi richiamato – con le parole di Benedetto XVI nel Messaggio per la Quaresima di quest’anno – l’invito al digiuno “ad imitazione di Cristo Signore. È il cuore della penitenza quaresimale, è la sorgente di ogni gesto penitenziale. Il digiuno è obbedienza. Apertura sincera all’ascolto del magistero del Papa e dei Vescovi”.  

E riferendosi poi al Vangelo del giorno – con il nesso inscindibile tra preghiera, digiuno e elemosina, “le tre armi che la Chiesa, nostra madre e maestra, ci ha sempre raccomandato per poter affrontare vittoriosamente il combattimento contro lo spirito del male – il card. Scola ha osservato: “La raccomandazione evangelica dell’invisibilità verso l’esterno della penitenza cristiana nulla toglie alla necessità del fare, ma piuttosto vuole toglierle ogni formalismo e moralismo e ricondurla, ad imitazione del Figlio, nel solo ambito che le è proprio: il rapporto amoroso col Padre”.  

Infine ha ricordato, traendola dal messaggio del Papa, la seguente citazione di san Pietro Crisologo: “Il digiuno è l’anima della preghiera e la misericordia la vita del digiuno, perciò chi prega digiuni. Chi digiuna abbia misericordia. Chi nel domandare desidera di essere esaudito, esaudisca chi gli rivolge domanda. Chi vuol trovare aperto verso di sé il cuore di Dio non chiuda il suo a chi lo supplica”.