Continua la proposta estiva attraverso la quale verranno forniti spunti di riflessione quotidiani secondo diversi filoni tematici:  famiglia, amore, matrimonio, educazione, fede, ragione….per continuare a riflettere sui numerosi spunti offerti da Family 2012 e per prepararsi all’imminente Anno che il Santo Padre ha dedicato alla Fede.

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Generare, per l’uomo e la donna, non è solo mettere al mondo, ma comunicare concretamente il senso profondo della vita. E questo è possibile sempre, a tutti gli sposi, anche a quelli cui la fecondità fisica è dolorosamente negata

di Angelo Scola

Lo abbiamo detto fin dall’inizio: se non è fecondo non è amore. Perché, dicevano gli antichi, bonum semper diffusivum sui, il bene è inarrestabile, come un fiume in piena. Vale, per la fecondità, quello che ci siamo detti sulla fedeltà. Non è qualcosa di sopraggiunto all’amore, qualcosa che può esserci o non esserci, ma appartiene alla sostanza dell’amore. «Ma allora? – leggo nei vostri sguardi perplessi –. Prima ci dice che il figlio non è mai un diritto e poi ci dice che l’amore è sempre fecondo: i conti non tornano!». Per capire bisogna chinarsi, ancora una volta, sul mistero nuziale di cui siamo fatti. «Il nostro corpo – ha detto recentemente Benedetto XVI – porta in sé un significato filiale, ci parla di un’Origine che noi non abbiamo conferito a noi stessi». C’è una Paternità profonda, costitutiva di ogni uomo, che gli sposi sono chiamati a servire. È quella di Dio. Perfino quando questa vocazione venisse tragicamente misconosciuta o rifiutata, essa non verrebbe meno, come ci ricorda il profeta Isaia: «Se anche tua madre o tuo padre ti dimenticassero, io non ti dimenticherò mai»
(Da Angelo Scola,  “Famiglia, risorsa decisiva” Padova, Edizioni Messaggero, 2012)