Giovedì 8 ottobre l’incontro – dialogo a Zelarino (Centro pastorale card. Urbani) alle ore 18.00 per i 30 anni di Esodo

“Credere e operare la giustizia. Testimonianza e militanza oggi”: su questo tema dialogheranno il card. Angelo Scola, Patriarca di Venezia, e Massimo Cacciari, filosofo e sindaco di Venezia, nel pomeriggio di giovedì 8 ottobre, alle ore 18 presso il Centro pastorale card. Urbani di Zelarino.

L’iniziativa è organizzata in occasione del 30° compleanno di Esodo (realtà nata, appunto, nel 1979) e dell’omonima rivista trimestrale che svolge attività di ricerca e approfondimento nell’ambito dell’interculturalità e dell’incontro interreligioso, della cultura della pace e della giustizia.

L’ASSOCIAZIONE E RIVISTA ESODO

Esodo nasce nel 1978, come Bollettino ciclostilato di coordinamento, dall’incontro delle esperienze dei “preti operai”, dei gruppi biblici, delle “comunità di base” e di gruppi e singoli del mondo del lavoro e sindacale. Successivamente si caratterizza, sulla base di una riflessione anche autocritica, come Rivista, strumento di confronto, studio e apertura di dibattiti, anche oltre i confini iniziali.

In questi anni ESODO ha mantenuto alcune costanti prioritarie, pur nei cambiamenti che si sono sviluppati nelle varie fasi, a partire dalle esperienze personali e di gruppo nel confronto con la Parola e con la realtà sociale.

1. Un atteggiamento di fondo che cerca l’accoglienza delle diversità; la definizione dei problemi e l’offerta degli strumenti più che delle soluzioni, delle risposte; cerca i modi per vivere l’Attesa della Verità, di esprimere la propria ricerca (anche con discriminanti forti) e non l’affermazione “contro”, in polemica.

2. La ricerca di fede che superi lo schema sia dell’integralismo, sia del “dialogo”, sia del sincretismo, del “fai da te” individuale, per costruire la via assieme all’altro (di diverse “fedi”, il “non credente”). Pensiamo sia questa la dimensione costitutiva, non opzionale ma necessaria, dell’antropologia del cristiano in “esodo”, in continua conversione, che cerca nella propria identità, data dalla Parola, le verità degli altri, non racchiuse in una appartenenza storica, culturale, sociologica, ideologica. E’ questa la caratteristica che ci viene riconosciuta anche da chi non si dice cristiano, che ci chiede anzi di non perdere questa identità “forte”, di mantenere questa visibilità considerata condizione di ogni ricerca comune.

3. Il percorso intende partire dagli interrogativi che nascono dalla narrazione delle esperienze, personali e di gruppo, nelle diverse dimensioni (soggettiva, familiare, sociale, professionale, ecclesiale…). Nel lavoro redazionale della rivista e negli incontri-seminari cerchiamo di tematizzare le domande e le problematiche di questi racconti e di approfondirle nel confronto con testimoni e studiosi di varie provenienze e discipline, con differenti posizioni teologiche, culturali, filosofiche, per acquisire e fornire molteplici strumenti conoscitivi. Priorità viene data alla lettura biblica. Partire da noi stessi, dalla problematicizzazione delle nostre storie, pensiamo permetta di mantenere autentico il nostro lavoro, radicato sulla persona e non su ideologie, dottrine, appartenenze e, nello stesso tempo, di cogliere tensioni e problemi di un “pubblico” più ampio, di cui pensiamo di interpretare le tensioni, senza inseguire mode e successo. E’ perciò una strada provvisoria, parziale, labirintica, una ricerca, di cui rivendichiamo anche la caratteristica non specialistica-rigorosa, senza pretesa se non appunto quella di esprimere le domande di senso alla radice della nostra vita di relazione

4. Si intende rimanere un piccolo gruppo, essenzialmente realtà di laici, piccolo segno nella Chiesa e nella società veneziana. Ciascuno di noi ha posizioni culturali e politiche diverse, differenti storie personali, da chi ha vari ruoli nella Chiesa di Venezia, a chi non ha alcun ruolo, a chi non si considera credente ma in ricerca.. L’allargamento si è costruito nel tempo, con gradualità in base ai forti legami di amicizia che hanno coinvolto anche persone di altre religioni e “non credenti”, legami fondamentali nella nostra attività, fattore e condizione della ricerca stessa.

5. Permanente è stata l’attenzione alla realtà del Triveneto per capire i processi culturali e antropologici, e quindi anche quelli propri della religiosità, connessi alle trasformazione economiche-sociali; i cambiamenti dei modelli e dei ruoli della presenza della Chiesa e quali tendenze si possono coglier nelle proposte di Chiesa.

6. L’allargamento delle iniziative e degli amici ha prodotto un’articolazione della struttura:

• La Rivista, con una redazione ristretta più operativa e un’altra allargata, la rete di collaboratori

• L’associazione che opera attraverso incontri e seminari, viaggi e incontri anche a livello internazionale, la collaborazione con altre associazioni, enti e centri culturali.

• La collaborazione con parrocchie, associazioni, gruppi, istituzioni sociali.