REDENTORE 2010 – La Festa del Redentore è stata negli ultimi anni occasione privilegiata per una riflessione approfondita offerta dal Patriarca di Venezia su temi che toccano profondamente la vita concreta e quotidiana degli uomini e delle donne di oggi, affrontati a partire dalla luce particolare che sa gettare l’antica festa religiosa e civile veneziana sulle domande e sulle questioni più brucianti.
In questo senso si può rintracciare un percorso preciso che tiene insieme le tematiche fin ad oggi trattate dal card. Scola: “L’umana sofferenza e l’opera del Redentore” (2009), “La famiglia italiana fonte di progresso” (2008), “Infrangere il tabù dell’anima per giovarci delle scienze” (2007), “Educare nella società in transizione” (2006), “La speranza del Redentore ci dona una nuova laicità” (2005), “Una “Civitas” per l’umanità” (2004), “Una speranza che non delude” (2003).
Sarà il tema del “bell’amore” e la sessualità al centro della riflessione che il Patriarca card. Angelo Scola rivolgerà alla città di Venezia in occasione della prossima festa del Redentore.
“Sollecitato dall’attualità e dagli incontri della Visita pastorale in atto da anni nel Patriarcato – anticipa il Patriarca sulle pagine del nuovo numero del settimanale diocesano Gente Veneta – ho deciso quest’anno di affrontare il tema del bell’amore e della sessualità. Vorrei riuscire a dare le ragioni della convenienza della proposta cristiana nell’ambito degli affetti e della sessualità, del significato e del valore del matrimonio cristiano e della sua indissolubilità, della verginità, del celibato e del senso di una parola caduta in disuso come castità”.
Qui di seguito il programma delle celebrazioni:
· Sabato 17 luglio alle ore 19.00 l’apertura del ponte votivo che attraversa il canale della Giudecca
· Domenica 18 alle ore 19.00 la messa solenne con il Patriarca
· Lunedì 19 luglio – dalle ore 9.05 in poi – su Bluradio Veneto un dibattito in diretta per approfondire il discorso del Redentore del Patriarca
Le origini della festa
Nel triennio 1575 – 1577 la Serenissima fu scossa dal flagello della peste. Favorito dall’altissima concentrazione di abitanti, il morbo serpeggiò a lungo e causò moltissime vittime: quasi 50.000, più di un terzo della popolazione. Il Senato, il 4 settembre 1576, deliberò che il Doge dovesse pronunciare il voto di erigere una chiesa dedicata al Redentore, affinché intercedesse per far finire la pestilenza. Ogni anno la città avrebbe reso onore alla basilica, nel giorno in cui fosse stata dichiarata libera dal contagio. Il 13 luglio 1577 la pestilenza fu dichiarata definitivamente debellata e si decise di festeggiare la liberazione dalla peste la terza domenica del mese di luglio, con una celebrazione religiosa e una festa popolare.