Continua la proposta estiva attraverso la quale verranno forniti spunti di riflessione quotidiani secondo diversi filoni tematici:  famiglia, amore, matrimonio, educazione, fede, ragione….per continuare a riflettere sui numerosi spunti offerti da Family 2012 e per prepararsi all’imminente Anno che il Santo Padre ha dedicato alla Fede.

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Un’istanza non solo plausibile ma che si rivela inderogabile

Di Angelo Scola

La verità in ogni atto di libertà rivela un carattere di assolutezza e, se si è rigorosamente leali verso la totalità dei dati che vi si donano, in questo carattere di assolutezza si attesta il Trascendente, anche se tale attestazione non perde il marchio della formula dell’in-com-prehensibile in-com-prehensibiliter com-prehendere . Qui trova spazio la fede in senso forte (non come puro belief). Così intesa essa non appare più estrinseca, come l’ha pensata la modernità, alla ragione, perché questa è rigorosamente intesa in senso pieno come espressione di tutta la libertà. Infatti per conoscere il dato (ente) come donazione la libertà deve aderire (fede) all’evento che nel dato la interpella. Cosa può impedire, salvo impropri divieti di scuola, di dare all’articolato evento descritto il nome di fondamento? Conviene a questo punto rilevare un elemento decisivo per la comprensione del rapporto tra ragione e fede secondo la Rivelazione cristiana. Nella sua essenza la rivelazione manifesta che in essa sono sempre simultaneamente in gioco ragione/fede e libertà. L’elemento oggettivo e quello soggettivo sono intimamente correlati perché intrinsecamente esigiti l’uno dall’altro in forza del carattere di evento proprio della verità . Gesù Cristo è in se stesso evento, verità vivente e personale. In Lui eternità/tempo, ontologia/storia, necessità/contingenza non si elidono più reciprocamente, ma si compenetrano. La Trinità, nome proprio del fondamento, si fa conoscere nella persona di Gesù Cristo, nelle sue parole, nei segni da Lui compiuti, chiamando l’uomo all’adesione di fede. Mentre si dona il Dio Uni-trino costituisce, nella fede, l’uomo come soggetto capace di riconoscerLo. La rivelazione comprende quindi la fede , intesa in questo caso come dono soprannaturale inesigibile come tale nel suo contenuto e nella forma da parte dell’uomo. È pura grazia. In questo consiste il «ut non evacuetur crux» (1Cor 1, 17) che ne spiega il carattere di «follia» (1Cor 2, 14).

(Da Angelo Scola, “Dio? Ateismo della ragione e ragioni della fede”, Venezia, Marsilio editore, 2008)