Proponiamo il testo dell’omelia pronunciata dal cardinale Scola il 19 febbraio 2023, ultima Domenica dopo l’Epifania detta “del Perdono”, presso la cappellina della sua abitazione di Imberido.


Un paio di spunti che ritengo decisivi anche per la missione della Chiesa di oggi nel mondo.

  • Anzitutto la gratuità totale del padre che ama talmente la libertà del figlio fino a correre il rischio di perderlo, gli è fedele e lo aspetta senza stancarsi mai. Possiamo immaginarcelo questo padre che ogni sera sale sul terrazzo a scrutare l’orizzonte per poterlo vedere da lontano: «Quando era ancora lontano, suo padre lo vide». E poi tutti i passaggi umanissimi della misericordia: «ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. … “facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”» (Vangelo, Lc 15,20. 23 b-24).

Anche la Lettura, tratta dal profeta Osea, che ha vissuto sulla sua pelle il dramma dell’amore tradito, documenta in modo commovente l’indistruttibile fedeltà di Dio al suo popolo, descritta con il linguaggio dell’amore sponsale: «Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nell’amore e nella benevolenza, ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore» (Lettura, Os 2,21-22). Questo tenace amore di benevolenza trova eco anche nel Salmo responsoriale: «Egli perdona tutte le colpe, guarisce tutte le infermità». Perché, come dice l’incipit della Lettera di Paolo ai Romani, «non c’è nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù» (Epistola, Rm 8,1).

  • Infatti, la radicale e del tutto unilaterale iniziativa di Dio ha reso possibile quanto all’uomo con le proprie forze non sarebbe stato possibile: la possibilità di un ri-inizio continuo, camminando «non secondo la carne, ma secondo lo Spirito» (Rm 8,4b).

Questa novità di vita investe tutte le dimensioni dell’umana esistenza, dagli affetti al lavoro.