Continua la proposta estiva attraverso la quale verranno forniti spunti di riflessione quotidiani secondo diversi filoni tematici: famiglia, amore, matrimonio, educazione, fede, ragione….per continuare a riflettere sui numerosi spunti offerti da Family 2012 e per prepararsi all’imminente Anno che il Santo Padre ha dedicato alla Fede.
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Come nessun neonato può sopravvivere senza la cura di chi gli vuole bene, così nessun ammalato deve arrivare sulla soglia della morte da solo. Perché per i cristiani il giorno della morte segna una nascita, non la fine
di Angelo Scola
Non so se ci avete fatto caso, ma quello della morte è un argomento tabù nei discorsi con i bambini, in famiglia. Non se ne parla. Come, quando ero piccolo io, non si parlava di sesso. Invece allora era abbastanza normale che un bambino assistesse, insieme con i genitori, alla morte del nonno. Forse perché il senso della morte, come quello della vita (le due cose sono inscindibili), era più familiare agli uomini e alle donne, anche se a malapena sapevano leggere e scrivere. Interrogarsi sul significato della vita e della morte è un’attitudine universale, che scavalca i confini delle culture e delle religioni. E spesso sono proprio i bambini, molto più «diretti» e senza pre-giudizi di noi, a ricordarcelo: «Mamma, perché le vacanze finiscono? Perché tutto finisce? Perché si nasce se poi si deve morire?». Ma spesso gli adulti, spiazzati, cambiano discorso.
(Da Angelo Scola, “Famiglia, risorsa decisiva” Padova, Edizioni Messaggero, 2012)