Nella celebrazione liturgica del Giovedì Santo vediamo che Gesù desidera ardentemente mangiare la sua ultima Pasqua con i discepoli, perchè in quella Pasqua egli avrebbe portato a compimento l’attesa, la tensione con cui dal presente la libertà dell’uomo afferra tutta la sua storia.
Come per gli Ebrei la Pasqua dà inizio ad un modo nuovo di contare il tempo, così è anche per noi cristiani. Ora l’attesa, radicata nell’evento della Pasqua, del ritorno di Cristo nel Suo vero corpo diventa per noi la molla per percorrere il tempo, per compiere la nostra libertà. E’ in Gesù infatti che si vede il senso pieno di questo passare oltre il nostro peccato che il Figlio di Dio realizza per noi, anche in questo momento.
E’ disponibile l’audio completo dell’omelia che il Patriarca ha tenuto nella messa del Giovedì Santo.
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