Continua la proposta estiva attraverso la quale verranno forniti spunti di riflessione quotidiani secondo diversi filoni tematici: famiglia, amore, matrimonio, educazione, fede, ragione….per continuare a riflettere sui numerosi spunti offerti da Family 2012 e per prepararsi all’imminente Anno che il Santo Padre ha dedicato alla Fede.
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Né ragione in sé atea, né credo quia absurdum
Di Angelo Scola
Cos’è allora questa fede? Come può restare fede senza cadere nell’assurdo? Può veramente pretendere di offrire ragioni all’umano «mestiere di vivere» (Pavese)? Con tenacia la tradizione cattolica ha difeso il proprio concetto di fede di fronte ad ogni pretesa fideistica basata sull’adagio credo quia absurdum est. Anche oggi possiamo trovare un prezioso criterio per confermare questa radicata attitudine nel nucleo dell’enciclica Fides et ratio quando Giovanni Paolo II rivolge l’invito a «passare dal fenomeno al fondamento» (FR 83). […] Il problema delle ragioni della fede o della fede in quanto rationabile obsequium pone, infatti, in modo inesorabile, l’interrogativo seguente: “Si dà fondamento?” E, nel caso di una risposta affermativa, “di che si tratta?”. Per affrontare queste domande non appaia temerario partire da un dato incontestabile nella sua tenacia: sempre qualcosa si dà a qualcuno.
L’affermazione va intesa nella sua immediatezza, precisando tuttavia che il “qualcosa” – senza ridursi all’ontico (né oggetto, né ente) – è, in un certo senso, tutto assorbito dal “si dà”, così come il “qualcuno” non prende la forma dell’io trascendentale (in tutte le sue varianti) con la sua pretesa di costituire il “qualcosa” che si dà.
(Da Angelo Scola, “Dio? Ateismo della ragione e ragioni della fede”, Venezia, Marsilio editore, 2008)