E’ disponibile il saluto pronunciato dal card. Scola al termine della celebrazione eucaristica del 25 Aprile dedicata a San Marco evangelista, patrono di Venezia e del Veneto.

«Salutat vos Marcus filius meus» (1Pt 5, 13). Queste parole, incise sull’altare principale della nostra Basilica Cattedrale dal lato del celebrante, concludono la Prima Lettera di Pietro, come abbiamo potuto ascoltare nella Seconda Lettura dell’odierna celebrazione. Dal legame di figliolanza spirituale da lui instaurato con Marco, Pietro fa discendere una catena inarrestabile di affettuosi saluti: «Salutatevi l’un l’altro con un bacio d’amore fraterno» (1Pt 5, 14). E l’esito personale e comunitario di tanto intenso amore è la pace: «Pace a voi tutti che siete in Cristo» (ibid).

In questo breve inciso è così racchiusa la straordinaria forza della nostra venerazione nei confronti di San Marco, patrono di Venezia e delle genti venete. Essa – come ci ricorda il celebre mosaico della Deesis che stiamo lasciando in tutte le case lungo il percorso della Visita Pastorale – consiste nell’umile domanda di intercessione rivolta al nostro potente Patrono perché ci guadagni dal Padre celeste una speranza certa. Ad essa con forza aneliamo soprattutto in questo tempo segnato dal male oscuro della crisi economica di cui non pochi bambini, anziani, donne e uomini stanno soffrendo, in modo particolare nei Paesi poveri del pianeta e tra le fasce deboli della nostra società. Né vogliamo dimenticare gli amati fratelli dell’Aquila, duramente provati dal recente terremoto.
L’intercessione di Marco, unita a quella della Vergine Santissima, ha altresì di mira i bisogni e le sofferenze di tutti noi, così come non trascura la memoria della liberazione del nostro Paese, che cerca pace nell’importante ricorrenza civile di oggi.
Un segno straordinario del fraterno affetto che lega i cristiani è il dono della reliquia di Sant’Atanasio Vescovo che mi accingo a fare, a nome di tutto il Patriarcato – nelle mani di Sua Eminenza Reverendissima Gennadios, Metropolita d’Italia e di Malta ed Esarca per l’Europa meridionale – a Sua Beatitudine Bartolomeo I, Patriarca di Costantinopoli. Dopo averne accertata l’autenticità, è stata confezionata in una teca di vetro munita di sigillo una parte del piede destro appartenente al corpo di Sant’Atanasio vescovo, custodito nella Chiesa parrocchiale di San Zaccaria in Venezia. L’intensa fedeltà con cui i nostri fratelli ortodossi venerano le reliquie dei Santi sta progressivamente ridestando in noi veneziani un più profondo senso dell’incarnazione del Figlio di Dio fatto uomo. La fede cristiana infatti, sulla scia di quella dei nostri fratelli ebrei, è la fede in un Dio incarnato che si è compromesso con la storia. In Gesù Cristo veramente la carne è diventata cardine di salvezza. Così la venerazione dei Santi, anche attraverso il culto sereno ed equilibrato delle loro reliquie, diventa l’espressione del nostro desiderio di partecipare alla loro santità, dal momento che, come diceva San Gregorio di Nazianzo: «I loro corpi hanno lo stesso potere delle loro sante anime» (Contro l’imperatore Giuliano, I, 59, PG, 35,589). Eminenza Reverendissima, porgo a Lei e, attraverso di Lei, a Sua Santità Bartolomeo uno speciale abbraccio di comunione e di pace, associandomi a quello che so essere anche il Vostro ardente desiderio: l’unità dei cristiani, così necessaria nel mondo di oggi, possa, per la potenza dello Spirito, manifestarsi quanto prima in forme più piene.

Non potremmo però concludere questa solenne celebrazione senza rivolgere il nostro augurio sincero al Cardinal Marco di cui oggi ricorre la festa onomastica. A nome di tutto il presbiterio, di tutto il popolo di Dio e, in modo particolare, di tutte le autorità qui presenti Ti ridico, fratello carissimo, il bene e la riconoscenza che ogni giorno cresce nel cuore di noi tutti per la preziosa testimonianza che scaturisce dalla Tua persona e si documenta nel Tuo attivo ministero. Questo 2009 registra i trent’anni della Tua venuta a Venezia. Sono un crescendo del Tuo amore per questa nostra ineguagliabile Città. Grazie di cuore.

Dopodomani un nutrito gruppo di pellegrini si recherà al Santuario di Notre Dame du Laus, nelle alpi savoiarde, per affidare alla Vergine Santissima la Visita Pastorale che, all’inizio del prossimo anno, vedrà il Patriarca e i suoi collaboratori sostare nelle parrocchie della Città lagunare e delle Isole. Il giorno di martedì 28 aprile tutte le parrocchie e le aggregazioni di fedeli del patriarcato si uniranno ai pellegrini, con un gesto straordinario di preghiera, perché l’invocazione a Maria sia espressione di corale comunione.
La Vergine Nicopeia ci propizi benigna quanto domandano questi nostri voti e queste nostre suppliche.