Saluto Cardinal Angelo Scola Presidente Istituto Giuseppe Toniolo

Eccellenze Reverendissime, Magnifico Rettore, Chiarissimi Professori, Stimato Personale Addetto, Cari Studenti,

afferma Papa Francesco «Oggi, in questo “andate” di Gesù, sono presenti gli scenari e le sfide sempre nuovi della missione evangelizzatrice della Chiesa, e tutti siamo chiamati a questa nuova “uscita” missionaria. Ogni cristiano e ogni comunità discernerà quale sia il cammino che il Signore chiede, però tutti siamo invitati ad accettare questa chiamata: uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che

hanno bisogno della luce del Vangelo» (EG 20).

Queste parole di Evangelii gaudium, divenute un distintivo dell’azione ecclesiale e del magistero di Papa Francesco, offrono l’orizzonte entro il quale interrogarsi sulla missione dell’Università Cattolica.

È un orizzonte che certamente raccoglie la grande tradizione universitaria della Chiesa ma, nello stesso tempo, la rilancia vivificandone in modo innovativo la natura propria. Non possiamo infatti dimenticare che all’origine delle università c’è un’esperienza ecclesiale profondamente incarnata nella società europea del Medioevo. Le università, infatti, furono espressione emblematica della capacità della Chiesa di camminare insieme agli uomini del proprio tempo e diventare, con essi, protagonista di civiltà.

L’insegnamento del Papa però si rifà a questa origine in modo innovativo e fecondo. Egli inserisce la sua proposta in quella «cultura dell’incontro» (EG 220) che, se assunta in Università, può diventare efficace antidoto alla frammentazione dell’oggetto e soprattutto del soggetto del sapere. Limiti questi che non cessano di mettere alla prova il mondo accademico contemporaneo. Si può, così, rintracciare nella proposta di Papa Francesco, un originale sviluppo dell’idea di università cui si applicò il Beato Card. John Henri Newman: «Quando la Chiesa fonda un’università, essa non coltiva il talento, il genio od il sapere per loro stessi, ma nell’interesse dei propri figli, dei loro vantaggi spirituali, della loro influenza ed utilità, allo scopo di educarli a meglio

assolvere il loro ruolo nella vita, e di farne dei membri della società più intelligenti, capaci ed attivi»1.

Il mio augurio, pertanto, è che l’anno accademico che oggi si inaugura sia un’occasione privilegiata per tutti coloro che vivono in Università – docenti, studenti, personale addetto, assistenti spirituali – per interrogarsi sucome l’Università Cattolica intende assumere in prima persona cosa significhi per l’Università essere espressione vitale di “Chiesa in uscita”, essere “comunità di discepoli missionari” (cf. EG 24). A Buon Anno Accademico.

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