Pubblichiamo il messaggio del cardinale Scola in occasione dei funerali di Papa Francesco, apparso in data odierna sulle pagine del Corriere della Sera.


L’innumerevole quantità di articoli, reportage, commenti su Papa Francesco e il suo pontificato pubblicati sulla stampa scritta e digitale in questi giorni hanno forse impedito ai più di accusare il colpo, duro come nessun altro, della morte. Questa è sempre drammatica, costituisce cioè un richiamo radicale alla libertà. Ovviamente alla libertà di colui che è chiamato a passare all’altra riva, perché si abbandoni tra le tenere braccia del Padre che ci attende; ma anche alla libertà di ciascuno di noi, perché si domandi che sta facendo della sua vita.

E così in questi giorni – più che interessarmi di analisi e bilanci del papato di Francesco, in ogni caso troppo prematuri – la domanda che si è aperta in me è stata: quale richiamo il Padre Eterno ha suggerito alla mia vita e per la mia conversione attraverso Papa Francesco? Non è la prima volta che mi pongo questo interrogativo. Cinque anni fa, nella mia autobiografia, nel capitolo dedicato a Papa Francesco, scrivevo: “quello che mi interpella è la modalità di totale donazione di sé e vicinanza agli altri che testimonia Francesco”. Sono parole che ripeto oggi con più verità, mendicando dal Risorto che così accada anche in me in questo singolare tratto del mio percorso che è la vecchiaia, certamente non sempre facile.

Un più deciso sì a Cristo Risorto presente nella comunità cristiana: ecco la strada aperta alla nostra libertà. È questo di cui ha bisogno la Chiesa ed è questo che i nostri fratelli uomini aspettano.

+ Angelo Card. Scola