Tre appuntamenti con il Patriarca, in varie zone della diocesi, per presentare ed approfondire l’enciclica “Caritas in veritate”: il primo è fissato già per sabato prossimo 7 novembre, dalle ore 9.30 alle 12.00, presso il Centro pastorale card. Urbani di Zelarino. La prolusione del card. Angelo Scola aprirà così ufficialmente il nuovo anno di attività della Scuola diocesana teologico-pastorale S. Caterina d’Alessandria.
L’incontro di Zelarino – aperto a tutti coloro che intendono conoscere meglio i contenuti del recente documento di Benedetto XVI e dialogare sui molti temi che solleva – è organizzato dalla stessa Scuola S. Caterina in collaborazione con varie realtà diocesane, associative e culturali della terraferma mestrina: Fondazione del Duomo di Mestre, Istituto di cultura Laurentianum, Azione cattolica diocesana, Consulta diocesana delle aggregazioni laicali, Acli provinciali di Venezia, Pastorale sociale e del lavoro, Scuola diocesana di formazione all’impegno sociale e politico, Centro francescano di cultura e Centro culturale “P. M. Kolbe”.
La presentazione dell’enciclica “Caritas in veritate”, da parte del Patriarca, verrà poi ripetuta in altre zone della diocesi: giovedì 21 gennaio 2010 (ore 20.45) sul Litorale e venerdì 12 marzo (ore 18.00) a Venezia.
Con quest’iniziativa parte ufficialmente il nuovo anno di lezioni della Scuola diocesana teologico-pastorale “S. Caterina d’Alessandria” che può oggi contare su circa 200 iscritti (la metà dei quali nella sede di terraferma a Zelarino e gli altri a Venezia ed Eraclea). “Come comunità cristiana – afferma il direttore della Scuola mons. Valter Perini – abbiamo il compito di sensibilizzare i laici perché sfruttino queste occasioni per studiare e approfondire la propria fede. Oggi è un’assoluta necessità: la presa di coscienza del proprio battesimo passa anche attraverso lo studio. Non è più pensabile una testimonianza cristiana personale e comunitaria offerta con le formule imparate a catechismo”. Si tratta, cioè, di “dare una dimensione culturale alla nostra fede. L’inculturazione è un processo inevitabile. L’adesione alla persona di Gesù deve necessariamente tradursi in uno stile di vita: la fede diventa così modo di pensare, di sentire, di vivere le realtà che vivono tutti gli uomini. E lo studio certamente ci aiuta in questo processo di riflessione e di presa di coscienza”.