JESOLO LIDO – La sera di domenica 22 agosto il Patriarca di Venezia card. Angelo Scola ha presieduto, alle ore 21.00, la S. Messa nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù in Piazza Trento a Jesolo Lido ed ha così incontrato, in tale contesto, le comunità ecclesiali della zona jesolana e soprattutto i molti turisti che, nel periodo estivo, affollano il Litorale per trascorrervi un periodo di vacanza.
L’omelia si è concentrata soprattutto sul Vangelo proposto dalla liturgia domenicale e quindi sul tema della “salvezza”, fondamentale e decisivo per tutti. “L’uomo – ha detto il card. Scola – avverte in sé lo straordinario desiderio di infinito. Ma non può da solo raggiungerlo. Solo da fuori viene questa possibilità e questa si chiama salvezza. Il convenire a questa assemblea è l’espressione della nostra domanda di salvezza. La via è Gesù e il problema è “sentire” Gesù e convertirci dal nostro peccato ed andare dietro a Lui mettendo in gioco la nostra persona. Il grande difetto nella comunicazione nella nostra epoca è quello di non metterci in gioco nel comunicare; spesso riportiamo idee, opinioni, facciamo domande senza mettere in gioco noi stessi. Il rapporto con Dio, attraverso Gesù, non può essere ridotto a qualche ricordo di tanto in tanto e ad una partecipazione esteriore e meccanica ma deve investire la vita. Se noi viviamo con Lui e per Lui, cambia il nostro rapporto con il lavoro, il nostro atteggiamento nei confronti della vita e nell’operare per la pace”.
L’iniziativa si inserisce nella cura particolare che la Chiesa veneziana riserva ai numerosissimi visitatori, italiani e stranieri, che affollano i centri storici e le spiagge del territorio in questo periodo estivo. La locale parrocchia del Sacro Cuore di Jesolo, tra l’altro, prevede d’estate la celebrazione di nove messe, una anche in tedesco, alla domenica per rendere un servizio liturgico che vada incontro alle diverse necessità.
Il Patriarca, nel concludere la messa, ha ricordato l’importanza del riposo come “tempo di rigenerazione dell’io” e che, perciò, “richiede una costante presenza all’incontro con Gesù attraverso l’eucarestia ed il sacramento della confessione”.