VENEZIA – Qui di seguito un intervento del Patriarca pubblicato sabato 7 maggio dal quotidiano “Il Gazzettino“:

Card. Angelo Scola

Patriarca di Venezia

Per chi e perché il Papa viene nel Nordest? È questa una delle domande che ripetutamente mi è stata posta, quasi come una provocazione implicita. Solo per chi si dice cristiano? O per tutti?

Io vorrei rispondere molto semplicemente, senza incertezza, che viene personalmente per ciascuno di noi. Per ogni “tu”. Anche il motto scelto per il viaggio di Benedetto XVI si apre con un “tu”: “Tu, conferma la nostra fede”. È l’espressione essenziale con cui Gesù affida a Pietro la missione di confermare – una volta convertito – i suoi fratelli nella fede, ma che al tempo stesso evoca quel dialogo incalzante durante il quale Gesù chiede, a bruciapelo e per ben tre volte, a Pietro “Mi ami tu?”

Da questo dialogo d’amore, che diventa una proposta per la vita, nessun abitante delle nostre terre del Nordest si può sentire escluso: la visita del Santo Padre è davvero per tutti.

Perché, vorrei azzardare un’espressione forte, il Papa viene a “stanarci”. A riaccendere in noi alcune domande di fondo: che significato e direzione ha la mia vita? A che punto sono nel mio rapporto con Dio? Questa visita ci strapperà alle nostre vicende “ordinarie” e ci costringerà ad alzare lo sguardo. Certo, la questione è se si avrà o meno l’umiltà di cogliere questa opportunità unica. Cioè se saremo capaci di ascoltare davvero, di lasciarci svuotare dai pregiudizi per accogliere quello che il Santo Padre vorrà dirci. Di prendere sul serio quello che la sua visita susciterà tra di noi ed in noi. A livello personale e comunitario. 

Il Nordest che incontrerà il Papa è una realtà in dinamica evoluzione, sottoposta a un processo di cambiamento provocato da fattori che, dalla globalizzazione e crisi economica al “meticciato di culture e di civiltà”, dalla faticosa ricerca di un nuovo ordine mondiale alle nuove scoperte tecno-scientifiche, soprattutto alle bioingegnerie e neuroscienze, stanno incidendo profondamente sulle persone e sulle relazioni interpersonali. Questo Nordest, scaturito dal crocevia di Aquileia, può ritrovare nella sua origine anche la chiave per progettare il futuro. Ha oggi di fronte l’urgenza di ripensarsi non più solo lungo l’asse Est e Ovest come punto di incontro tra popoli slavi, germanici e latini, ma anche come cerniera tra il Nord e il Sud. Lo documenta la carta geografica che mostra come, attraverso l’Adriatico, il Mare Mediterraneo, con i popoli che vi si affacciano, entri nel cuore della vecchia Europa.

Il Papa viene proprio per noi, uomini e donne con questa storia alle spalle, barcollanti oggi un po’ come pugili duramente colpiti, ma ancora in piedi e disposti a giocarci.

Viene a dirci che Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, è a noi contemporaneo. È il Vivente, nostro compagno di cammino.

La celebrazione della Santa Messa nel grande parco di San Giuliano, cuore della visita del Santo Padre, sarà espressione altissima di questo desiderio di rigenerazione: l’atto di lasciare le nostre case, di metterci in cammino come in un autentico pellegrinaggio per raggiungere, da ogni località del Nordest “largo”, il luogo della celebrazione eucaristica. Sarà un’esperienza concreta di cosa significhi essere un popolo mosso dal desiderio di stare con i fratelli alla presenza di Cristo, il Redentore.

Colui che ha accolto l’invito di Gesù a “confermare la fede”, il successore di Pietro, ci ricorderà che solo Dio può rispondere, con tenerezza e in pienezza, alla domanda bruciante: “Qualcuno alla fine mi assicura?”