NORDEST – Si intitola “Il Papa abbraccia il Nordest” il supplemento speciale – dedicato alla visita di Benedetto XVI il 7 e l’8 maggio prossimi ad Aquileia e Venezia – che esce in questi giorni, in 180.000 copie, con i settimanali diocesani delle quindici Chiese del Nordest e che raggiungerà l’intera area: da Bolzano a Rovigo, da Trieste a Verona.

Viene pubblicato qui di seguito il saluto del card. Angelo Scola – Patriarca di Venezia e presidente della Conferenza Episcopale Triveneto – posto in apertura di questo numero e tradotto per l’occasione in alcune lingue parlate nelle diocesi originate dalla Chiesa di Aquileia: accanto all’italiano, infatti, il testo è stato tradotto in tedesco, ladino, friulano, sloveno e croato.

 

+ Angelo Scola

Patriarca di Venezia

 

Il Papa viene da noi. Il 7 e l’8 maggio prossimi Benedetto XVI sarà tra noi fisicamente, in carne ed ossa, non solo virtualmente come i mass media ci hanno abituato a vederlo, ogni settimana, dalla finestra di Piazza S. Pietro o nei viaggi apostolici in tutti i continenti. E parlerà rivolgendosi in modo diretto e speciale a noi.

Potremo vederlo e ascoltarlo con l’atteggiamento con cui i primi videro e ascoltarono Gesù: in un incontro vivo, assecondando quella natura semplice e potente del cristianesimo che lo stesso Benedetto XVI ha richiamato nella sua prima Enciclica: «All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva» (Deus caritas est, 1).

«Tu conferma la nostra fede»: è questo lo slogan scelto per la visita del Papa, echeggiando la richiesta che Gesù fece a Pietro (cfr Lc 22,32). La forza di questo “tu” risuona anche nella struggente domanda che Gesù pose a Pietro prima di affidargli la missione di guida della sua Chiesa: «Mi ami tu»?

Guardiamo bene in faccia la potenza di quel duplice tu dato e ricevuto. Ci mette i gioco personalmente e ci prepara ad incontrare il Papa con trepidazione e con gioia.

Sabato 7 maggio il Santo Padre incontrerà ad Aquileia, in vista del Secondo Convegno (2012), i rappresentanti delle 36 diocesi d’Italia, Slovenia, Croazia, Austria e Germania, nate da quella Chiesa madre e oggi operanti. È impressionante anche solo scorrerne l’elenco. Oltre a tutte le diocesi del Veneto, del Friuli Venezia Giulia e del Trentino Alto Adige esso comprende Mantova e Como, Monaco e Regensburg, Vienna e Salisburgo, Lubiana e Zagabria, per citare solo alcune delle più note. Circa altre 20 diocesi, appartenenti alla stessa metropolìa e che da Aquileia si estendevano fino all’Ungheria, vivono ora nella comunione dei Santi.

Basterebbero questi dati per dare l’idea della vastità dell’area in cui il nostro Nordest italiano affonda le proprie radici. Il dono della visita del Papa ci richiama a recuperare con determinazione la nostra storia, per conoscerla ma soprattutto per rilanciarla nel presente e nel futuro. Intorno all’asse Aquileia-Venezia e al suo glorioso passato può nascere un nuovo Nordest, che sembra avere oggi un decisivo compito: favorire l’incontro tra l’Est/Ovest in continuo fermento e i Paesi inquieti del Sud che si affacciano al Mediterraneo. Un nuovo Nordest che, rinascendo dal basso, sappia porsi come un crocevia per la rigenerazione di popoli amanti di un giusto ordine mondiale.