Domenica 19 maggio, prima a Galbiate e poi a Villa Vergano, il Cardinal Scola ha conferito la Cresima a 56 ragazze e ragazzi della Comunità pastorale “Santa Maria di Monte Barro”. Il velo della pioggia non è riuscito ad offuscare i colori luminosi con cui la natura, così generosa in questi paesi, ha festeggiato l’evento.
Al centro della festa questi 56 nuovi germogli della quercia antica della Chiesa, dalle radici profonde e robuste, nuovi protagonisti di una storia di fede di cui iniziano a raccogliere il testimone, perché a gustarne la sapienza.
Sapienza ha la stessa radice latina di sapore e rimanda al gusto della vita, alla capacità di apprezzarne la bellezza, anche quando è dolorosa, perché ci è donato “il senso del nascere e del morire, dello sposarsi e del metter su famiglia, della fatica del tirar grandi i figli e di quella di lavorare, di lottare per la giustizia, dello spendersi per il bene comune… Pensate – dice il Cardinal Angelo – a cosa sarebbero le nostre terre senza la fede…”.
“C’è un bel passaggio del Vangelo di San Giovanni – continua – in cui Gesù, parlando dello Spirito, dice che è «con voi, presso di voi e in voi» (cf Gv 14,16b.17b).
Ma chi è lo Spirito Santo? È una domanda a cui per noi non è facile rispondere. Infatti, quando diciamo che Dio è nostro Padre, una qualche idea ce l’abbiamo: avendo tutti un papà, abbiamo un punto di riferimento chiaro. A maggior ragione quando parliamo del Figlio gli elementi di conoscenza non ci mancano perché Gesù è venuto tra noi ed essendo risorto – come abbiamo detto nel bellissimo dialogo di martedì scorso – è vivo ed è presente in mezzo a noi. Invece quando parliamo dello Spirito Santo le cose si complicano. Vi ricorderete senz’altro di Nicodemo, uno dei sapienti più illuminati di Israele, che va ad incontrare Gesù di notte, per non esporsi troppo. E Gesù gli dice: ‘Chi non rinasce dall’alto, dallo Spirito Santo, non può raggiungere la pienezza della vita. … Lo Spirito è come il vento, lo senti che soffia ma non capisci bene da dove viene e dove va’.
Cominciamo con il dire che lo Spirito Santo è lo spirito di Gesù risorto. Non è qualcosa di generico, o di virtuale, come quelli che si trovano nei vostri videogiochi, in cui si muore e si rinasce a piacimento, schiacciando un tasto … No, no. È lo spirito di Gesù, che è si è fatto uomo, ha vissuto, come noi, con gli amici, ha insegnato alla gente, che ha passato la vita guarendo i malati, sostenendo i più deboli, soccorrendo i bisognosi, annunciando la bellezza del regno di Dio e, soprattutto, aprendoci a quell’amore reciproco di cui ci hanno parlato due delle tre Letture di oggi (l’Epistola e il Vangelo).
C’è uno dei momenti finali della vita di Gesù, ancora una volta descritto dal Vangelo di San Giovanni, il vangelo dell’amore, in cui si legge che Gesù, dopo avere affidato la mamma all’apostolo e viceversa (i nostri ragazzi lo sanno benissimo perché ne abbiamo parlato insieme …) «chinato il capo, emise (cioè donò) lo spirito».
Morendo sulla croce Gesù dona lo Spirito, cioè il centro della sua vita. Tutti noi abbiamo nell’anima il centro della nostra vita, anche se oggi non si dice quasi più, non è più di moda. Normalmente siamo più preoccupati del nostro corpo, soprattutto quando, con la vecchiaia, comincia qua e là a cedere … Ma ciò che ci fa vivere, ciò che ci fa godere della bellezza è l’anima, dove il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo abitano in noi.
La Cresima, questo importante sacramento che farà sentire il suo peso lungo tutta la vostra vita, si chiama anche Confermazione perché – voi lo sapete bene – con essa voi confermate il Battesimo che avete ricevuto da piccoli. È il gesto specifico con cui lo Spirito Santo viene donato a ciascuno di voi personalmente e chiede che, altrettanto personalmente, voi rispondiate con un sì consapevole e libero. Per questo tra i doni dello Spirito Santo c’è il timor di Dio che non ha niente a che fare con la paura (come è possibile aver paura di un padre?), come ci siamo detti martedì. Incominci a renderti conto di che razza di dono è la compagnia che Lui ti farà per sempre: perciò se qui con profondo rispetto.
«Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» ti assicura Gesù, attraverso il suo Spirito. Non sarai più solo nella tua vita. Con Lui siamo messi in grado di vivere l’amore di cui ci hanno parlato San Paolo («La carità [l’amore] è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità»), nella Lettera ai cristiani di Corinto, e San Giovanni nel Vangelo («Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi»).
Un pensiero finale per gli adulti che sono qui.
Anzitutto vi ringrazio per la serietà con cui avete accompagnato i ragazzi a questo gesto. Vi chiedo di essere perseveranti in questo. Bisogna che siano messi in condizione di poter fedelmente seguire il cammino del loro rapporto con Dio, attraverso lo Spirito di Gesù risorto. Non sarà facile. Ben presto, se saranno abbandonati a se stessi, saranno tentati di pensare che le cose importanti della vita sono altre (la salute, il successo, i soldi, la carriera …). Non lasciateli soli. E come si può fare? Vivendo insieme a loro la comunità della Chiesa. Nella nostra diocesi, per esempio, c’è la bellissima tradizione dell’oratorio … Insomma, aiutateli ad essere fedeli a quei luoghi (penso anche ad altre comunità ecclesiali, gruppi e movimenti) che educano alla fede, in cui loro fanno l’esperienza di essere amati in Gesù. Ve lo raccomando di cuore”.
Adiutor
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