Convegno 500 anni di Riforma protestante 1517 – 2017

Milano 1-4 giugno 2017

Sabato 3 giugno 2017 pomeriggio ore 16.30

Teatro dal Verme – Via S. Giovanni sul Muro 2

Culto di Pentecoste
Saluto dell’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola

 

«La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi» (2Cor 13,13). Queste parole dell’apostolo Paolo alla comunità di Corinto mi sembrano adeguate ad introdurre il mio saluto: esse esprimono bene l’intenzione profonda del nostro convenire oggi come comunità cristiane in questa speciale assemblea.

Siamo qui insieme nella scia di quanto è avvenuto a Lund lo scorso 31 ottobre, quando papa Francesco, il Vescovo luterano Munib Younan e i responsabili del luteranesimo mondiale, hanno aperto, con una preghiera comune, l’anno dedicato alla commemorazione dell’inizio della Riforma protestante. In modo emozionante, dopo secoli in cui i centenari della Riforma avevano assunto una marcata impronta identitaria e di confronto non di rado polemico tra le confessioni cristiane, nell’evento di preghiera di Lund si è resa esplicita ed imposta agli occhi di tutti la comune radice. Così anche oggi, a Milano, vogliamo lasciarci sorprendere dal gesto dello Spirito che ci attrae in un movimento di condivisione per il bene del mondo intero. Insieme, in questa vigilia di Pentecoste, domandiamo al Padre che mandi ancora una volta i doni dello Spirito di Gesù Risorto “sopra di noi, tra di noi ed in noi”.

In preghiera riconosciamo che i doni ricevuti dal Signore sono più numerosi e molto più profondi delle nostre divisioni. Ci unisce – è così dagli inizi della Chiesa – la contemplazione della grandezza dell’amore che Dio ha manifestato inviandoci suo Figlio, Gesù Cristo. Un amore che precede ogni nostra scelta. Un amore che è grazia che ci salva, perché quando eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi (cfr. Rm 5,8). Ecco le ragioni profonde del nostro convenire.

Il nostro essere qui insieme, frutto di questo gesto amoroso di Dio che ci salva, che salva il mondo, è, al tempo stesso, una efficace testimonianza che, da sola, basta per dire il movimento di riconciliazione, attivato da Dio dentro la nostra storia. Dio lo ha voluto dalla creazione del mondo, e l’ha svelato con il dono dell’incarnazione redentrice di suo Figlio. Come un passo della Dichiarazione sottoscritta a Lund dal Papa e dal Presidente della Federazione luterana mondiale ben testimonia: «Consapevoli che il modo di relazionarci tra di noi incide sulla nostra testimonianza del Vangelo, ci impegniamo a crescere ulteriormente nella comunione radicata nel Battesimo, cercando di rimuovere i rimanenti ostacoli che ci impediscono di raggiungere la piena unità. […] Desideriamo ardentemente che questa ferita nel Corpo di Cristo sia sanata. Questo è l’obiettivo dei nostri sforzi ecumenici, che vogliamo far progredire, anche rinnovando il nostro impegno per il dialogo teologico» e la collaborazione nel servizio al mondo.

Da questa preghiera comune, come più globalmente dal quotidiano impegno ecumenico qui a Milano, derivano conseguenze e compiti chiari e precisi. Insieme come comunità cristiane siamo chiamati a testimoniare l’amore di Dio che sana ogni lacerazione e abbatte vecchi e nuovi muri, di fronte alle sfide e alle emergenze di una città che si fa sempre più plurale e meticcia. Insieme, siamo chiamati ad affrontare il dramma della presenza tra noi di tanti immigrati e profughi, che fuggono da guerre, divisioni e muri, carestie e fame. Insieme, siamo chiamati ad affrontare la sfida del dialogo tra le religioni, in particolare con l’Islam, perché emerga la capacità di ogni religione di operare per la pace e per un futuro sempre più dignitoso per tutti i popoli. Insieme, siamo chiamati a sostenere la vita dal concepimento al suo termine naturale. Insieme, siamo chiamati ad affermare il valore e l’insuperabilità della persona umana, a partire dalla sua innata dimensione religiosa, dentro una società sempre più dominata da poteri tecnocratici che ci rendono interdipendenti e connessi, ma sempre meno capaci di comunione e di accoglienza.

La preghiera di oggi ricorda ad ognuno di noi che il fondamento della nostra identità è la comunione in Cristo e la riconciliazione. Vogliamo cercarle e ricostruirle tra noi cristiani come segno e anticipo di quella pace che desideriamo per il mondo intero. 

Come sant’Ambrogio ci richiama in questa preghiera: «Affrettiamo il passo, fratelli, verso la vita eterna (…) affinché anche noi possiamo essere una cosa sola presso Dio onnipotente e vedere l’unigenito Figlio di Dio… Innalzati allo splendore della natura attraverso la risurrezione, e con l’inalterabile concordia dei cuori possiamo imitare, in una eterna armonia, l’unità della pace che non ha più fine» (Esposizione del Vangelo secondo Luca, VII,40). 

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