ASSISI – Con la messa celebrata stamane in un’affollatissima basilica superiore di Assisi si è concluso il pellegrinaggio diocesano dei preadolescenti nei luoghi di S. Francesco. 2500 i partecipanti: tantissimi ragazzi e giovanissimi, presenti anche famiglie intere.
Una grande invasione “gialla” ha riempito e animato stamattina la città di Assisi e la basilica superiore di S. Francesco: l’identico colore della maglietta, il giallo appunto, ha contraddistinto e reso riconoscibili i 2500 giovanissimi partecipanti al pellegrinaggio del Patriarcato di Venezia che da venerdì scorso si è mosso nei vari luoghi segnati dalla vita del santo patrono d’Italia.
Alle 9.30 in una basilica affollatissima di ragazzi, giovanissimi e famiglie è stata celebrata la messa domenicale; a presiederla il Patriarca di Venezia card. Angelo Scola con il vescovo ausiliare mons. Beniamino Pizziol e numerosi sacerdoti diocesani. Partendo dal Vangelo del giorno e dal dialogo tra Gesù e Pietro, il card. Scola si è soffermato nell’omelia sul tema-guida del pellegrinaggio: l’amore in tutte le sue dimensioni, come indicato nel motto “Un amore al cubo. S. Francesco: il fascino dell’amore elevato alla potenza di Dio”.
Rivolgendosi ai ragazzi il Patriarca ha detto tra l’altro: “Dio ama tutti noi perché ama ciascuno. Tu, io, noi non siamo capaci di amare gli altri fino in fondo, senza escludere nessuno. Invece Dio ama in modo unico e particolare, irripetibile, ognuno di noi. Come impariamo questo? E’ stato Gesù che ci ha mostrato l’amore. Incontrare Gesù vuol dire incontrare l’amore in tutte le sue dimensioni”. Ma come si può fare – ha proseguito – per imparare e vivere quest’amore “a tre dimensioni”, di tale altezza, larghezza e profondità? “Abbiamo dei santi per amici. Chiara e Francesco da giovanissimi, tra i 16 e 18 anni, avevano un desiderio infinito di felicità e di compimento. E hanno visto in Gesù la possibilità di vivere pienamente l’amore e soddisfare questo desiderio”. Per vivere come i santi Francesco e Chiara è però importante, ha aggiunto il card. Scola, essere “insieme, stare fedeli alla nostra amicizia e alla nostra compagnia. Gesù vuole la nostra riuscita, cioè la nostra santità. Gesù è uno a cui sta a cuore il tuo desiderio di felicità”. Ed ha poi concluso con un forte invito ai ragazzi: “Tornati a casa, dovete essere testimoni di Gesù. Raccontate ad altri tutto quello che avete vissuto”.
Già nel primo pomeriggio della domenica è, quindi, partita l’operazione di rientro in città dei ragazzi veneziani.
Il pellegrinaggio ad Assisi dei preadolescenti della diocesi – curato dall’Ufficio diocesano per l’evangelizzazione e la catechesi / Coordinamento della pastorale dei ragazzi – si era aperto venerdì sera a S. Maria degli Angeli (Porziuncola). Nell’intensa giornata di sabato i ragazzi, con i loro accompagnatori e suddivisi in gruppi parrocchiali e associativi, avevano toccato i diversi luoghi francescani scoprendo ogni volta un tratto particolare della testimonianza del Santo d’Assisi. Tra le tappe svolte: la basilica di San Francesco con il ricordo delle “stimmate”; la chiesa di S. Rufino nella quale i ragazzi sono stati invitati a rinnovare le promesse del Battesimo; l’eremo delle carceri con la sottolineatura dell’esperienza del silenzio; la chiesa di S. Damiano con la domanda (suggerita ai ragazzi) su cosa vogliano realmente fondare la loro vita; la chiesa di S. Chiara che ha suggerito il ricordo della bella amicizia tra Chiara e Francesco, nella continua ricerca del bene e dell’amore di Dio. Il card. Angelo Scola e mons. Beniamino Pizziol si erano alternati in questi luoghi per accogliere i moltissimi gruppi che via via giungevano e compiere con loro un tratto del pellegrinaggio. E nella serata di sabato, infine, presso un padiglione dell’Umbria Fiere di Bastia Umbra, i 2500 veneziani si erano ritrovati tutti insieme per un grande momento di festa, sempre alla presenza del Patriarca.