Angelo Scola

Patriarca di Venezia

 

Beatissimo Padre,

nel fulgore della nostra Basilica, anticipo della gloria del Paradiso, siamo stati convocati a questa solenne celebrazione che conclude la Visita Pastorale. La Santità Vostra  ha voluto benevolmente prendervi parte. Grazie, Beatissimo Padre! Commossi e ben consapevoli del privilegio accordatoci, vogliamo esprimerlo con parole antiche. Sono un vanto del nostro popolo cattolico e veneziano: «Petrus et Marcus, una fides».

La Provvidenza ha voluto che la Visita Pastorale nel Patriarcato avesse inizio nei giorni immediatamente precedenti la Vostra elezione alla cattedra di Pietro. Quel 10 aprile 2005, infatti, il Cardinale Marco ed io ci trasferimmo da Roma a Venezia per partecipare all’Assemblea Ecclesiale che diede inizio alla Visita Pastorale, indetta l’anno precedente.

Oggi concludiamo un impegnativo itinerario con la grazia di venir confermati nella fede dal Successore di Pietro, fisicamente tra noi. Come non riconoscere la cura provvidente del Padre in questa doppia delicata coincidenza? Abbiamo cominciato con la Sua elezione e concludiamo con la Sua presenza.

La nostra figliolanza nei Vostri confronti, Santo Padre, è ben espressa in uno dei mirabili mosaici della nostra Basilica. Nel cartiglio che descrive il gesto con cui Marco presenta il Vangelo a Pietro si legge: Pietro «approva il Vangelo di Marco e lo consegna alla Chiesa perché lo legga».

 

Beatissimo Padre,

Lei viene a noi nell’incomparabile vespero veneziano come un dono tanto prezioso quanto immeritato. Ci sostenga la sua apostolica fede, non ci manchi mai l’ardore della carità per annunciare Gesù risorto, speranza affidabile. 

È un dono che con umile energia chiediamo alla Vergine Nicopeia. La Madre di Gesù e madre nostra ci propizi questa vittoria. Grazie, Santità!