Qui di seguito una dichiarazione del Patriarca sulle alluvioni e inondazioni in Veneto:

card. Angelo Scola

Patriarca di Venezia

5 novembre 2010

Davanti alle immagini delle nostre città e campagne venete devastate dall’acqua e ferite dal fango, esprimo la mia vicinanza alle persone che a causa delle alluvioni e inondazioni hanno perso i propri cari e hanno visto le loro case, le loro attività e imprese distrutte o gravemente danneggiate.

Questa sofferenza non può lasciarci quieti, ci riguarda tutti, ci chiama a una solidarietà concreta.

Mentre l’acqua si ritira, colgo con i segni della morte e del disastro anche l’emergere di un’espressione autentica di carità operosa che caratterizza l’azione di tante persone, che a diversi livelli, si stanno spendendo senza tregua per aiutare chi è in difficoltà.

Con l’aiuto di Dio l’esperienza di dolore e di impotenza, come quella che sta provando la nostra Regione, può trasformarsi nell’occasione per riscoprire il valore irrinunciabile delle buone relazioni per la vita in comune e per favorire una più approfondita riflessione sul nostro rapporto con l’ambiente, con il creato.

Occorre andare oltre due concezioni inadeguate del rapporto uomo-ambiente, inadeguate perché incapaci di rendere conto pienamente dell’esperienza umana: da una parte la pretesa dell’uomo di essere padrone assoluto del cosmo. Dall’altra il concepire la terra solo come qualcosa da conservare.

Dobbiamo reimparare la natura come creato. Essa non è solo un puro insieme di cose, ma ci comunica un preciso significato: l’invito del Creatore a partecipare alla sua stessa attività finché, per il dono del Crocifisso Risorto, entreremo in “cieli nuovi e terra nuova”.