14 aprile 2024
III domenica di Pasqua (anno B)
At 16,22-34; dal Salmo 97 (98); Col 1,24-29; Gv 14,1-11a
Card. Angelo Scola – Spunti
- La risposta alla sete dell’uomo è presente
«Mostraci il Padre e ci basta» (Vangelo, Gv 14,8b). La richiesta di Filippo a Gesù esprime la sete perenne, sia pure non sempre consapevole, dell’umanità di tutti i tempi, anche del nostro. Questa sete è stata appagata: «Chi ha visto me, ha visto il Padre» (Gv 14,9). La risposta piena alla sete dell’uomo è un fatto accaduto, ma continuamente da riconoscere. Cristo è il Figlio nel quale diventiamo figli. Cristo è l’accesso al Padre che ci ha creati e nel quale solo si trova pienezza e pace. Non riduciamolo a qualcosa di meno di questo.
- La fede genera un uomo nuovo
- Che tende a circondare il male con il bene: «fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere. … Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli» (Prima Lettura, At 16, 22-23.25).
- Quando poi, per l’irrompere della potenza di Dio, le porte del carcere si spalancano e cadono le catene di tutti, il carceriere afferra la spada per uccidersi, «Ma Paolo gridò forte: “Non farti del male, siamo tutti qui”» (Prima Lettura, At 16, 28). Un uomo capace di responsabilità: di fronte alla realtà non fugge, ma è leale con essa.
- L’incontro con questa novità di vita genera nell’altro la domanda: «Che cosa devo fare per essere salvato?» (At 16,30) e, di fronte alla proposta della fede, l’adesione piena che cambia la vita: «Egli li prese con sé, a quell’ora della notte, ne lavò le piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi; poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio» (At 16,33-34).
- La nostra nuova natura, la comunione
- «Do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa» (Epistola, Col 1,24b). Sono parole audaci. Infatti, in quanto il Signore Gesù ha patito come Figlio di Dio per tutti gli uomini, non manca nulla a questo patire, ma in quanto Egli è “capo e corpo”, il corpo deve prendere parte alla Sua passione.
- Con il Battesimo, la comunione è diventata la nostra nuova natura. Lo vediamo anche nell’esperienza umana originale (io-in-relazione).
- San Paolo pertanto può dire: «Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza» (Col 1,29). Queste parole descrivono la dinamica di ogni azione del cristiano. San Bernardo l’ha espressa potentemente con questa semplicissima invocazione a Cristo: “Con le nostre mani, ma con la Tua forza”.
Fotografia: copyright Dario Ballabio